L'ANALISI
12 Aprile 2024 - 09:52
Al centro il commissario capo Alessio Rocca tra l’ispettore Donato Pingaro (a sinistra) e il sostituto commissario Federico Ferrari (a destra)
CREMA - Oltre la porta su cui si staglia la scritta «dirigente», le pareti sono ancora spoglie. Il commissario capo Alessio Rocca, che si è insediato alla guida del Commissariato di polizia da una manciata di giorni, provvederà a riempirle progressivamente delle testimonianze della sua attività. Il (quasi) 37enne che fino alla scorsa settimana dirigeva l’Ufficio Immigrazione della Questura di Cremona ha ora raccolto il testimone da Bruno Pagani — in pensione dalla fine dello scorso anno — dopo essere stato formalmente incaricato dal questore Michele Sinigaglia di governare l’Ufficio di pubblica sicurezza.
Chiuso il periodo di vacatio al vertice, imposto dalle ragioni della burocrazia, è il momento di una nuova svolta per le forze cittadine del Corpo. E Rocca ha già avuto modo di misurare il peso delle aspettative: «Nei mesi scorsi, durante i quali ho potuto prendere confidenza con la realtà cremasca — dichiara —, ho sentito con forza l’attenzione e la vicinanza della cittadinanza nei confronti della nostra istituzione». Tradotto: la gente di Crema ha vissuto con atteggiamento fremente l’attesa della nomina del nuovo ‘capo’ della polizia. «Sono molto contento di essere qui — dice Rocca —. La città mi ha colpito immediatamente: è un salotto elegante, che rivela uno spirito vivace e dinamico grazie anche a una straordinaria ricchezza di eventi e manifestazioni, in particolare sotto il profilo sportivo, con due importanti società calcistiche a cui auguro di conquistare la permanenza nelle rispettive categorie». Un auspicio tutt’altro che disinteressato, poiché il fronte della sicurezza negli stadi rappresenta un ambito d’azione necessariamente rilevante per la polizia.

Rocca dimostra di aver già assimilato le principali esigenze della città: «Il nostro impegno è indirizzato in via prioritaria al contrasto della microcriminalità, fenomeno che ho già potuto percepire e toccare con mano in prima persona — afferma con tono pacato ma deciso —. La sfida cruciale è gestire al meglio tutte le incombenze che ci spettano con le forze a disposizione». Il neo leader del Commissariato non dribbla il tema della carenza di personale: «Per giugno attendiamo nuovi ingressi che assicurino il ricambio delle uscite; al termine del turnover confidiamo che il bilancio numerico possa risultare positivo».
Poi aggiunge: «I nostri compiti non riguardano soltanto la prevenzione e il contrasto alla criminalità, ma investono anche settori specifici come quello della polizia amministrativa: una sfera d’azione molto importante e che conosco bene. Quello dell’immigrazione è un tema chiave in tutti i territori, basti pensare all’attualità del nodo passaporti. L’area cremasca costituisce un significativo bacino di migranti, sia regolari che irregolari: un fronte a cui dobbiamo rivolgere un’attenzione assidua».
A questo proposito, Rocca ricorda l’esperienza maturata in Questura a Cremona: «La dirigenza dell’Ufficio Immigrazione si è rivelata molto impegnativa, sia sul piano professionale, nel quadro di un’attività tecnica che richiede un’enorme mole di lavoro, sia sotto l’aspetto emotivo, con il confronto costante con storie umane difficili e a volte toccanti».
Poi, il riferimento alla Sezione espulsioni: «Abbiamo svolto un servizio intenso che ha portato a risultati importanti con un numero considerevole di rimpatri nel post pandemia». Non un riferimento incidentale, quello all’emergenza pandemica. Perché Rocca — in tasca una laurea in Giurisprudenza e un diploma alla scuola di specializzazione per le professioni legali, prima della formazione alla scuola superiore di polizia — ha preso servizio a Cremona ad aprile 2020, nella coda del lockdown. Un esordio complicatissimo, che ha forgiato immediatamente il carattere del commissario capo. Che dovrà attendere un paio d’anni prima di diventare vice questore e, dunque, dirigente a tutti gli effetti. Per ora deve ‘accontentarsi’ della qualifica di funzionario addetto dirigente facente funzione. Questione di forma, non di sostanza.
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