Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Bebè morto a 20 minuti dalla nascita, la ginecologa accusata di omicidio colposo

La mamma racconta il suo dramma nel processo. Oggi sono stati sentiti l’inquirente dei carabinieri del Nas e le ostetriche. Il 24 aprile, il pm chiamerà a testimoniare il primario Aldo Riccardi

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

03 Aprile 2024 - 17:54

Parto nel bagno dell'ospedale, ostetriche e ginecologo a processo

CREMONA - «Ogni mercoledì vado al cimitero». Mamma Emma si reca sulla tomba di Elyon, il suo bimbo morto venti minuti dopo il parto gemellare cesareo, l’11 gennaio del 2021 all’ospedale Maggiore. E sulla tomba, «mio figlio porta al fratellino gemello un suo giocattolo preferito». Aula penale, 11.50 di oggi. Emma, 36 anni, parte civile con l’avvocato Giancarlo Rosa, racconta il suo dramma nel processo per omicidio colposo del bebè morto a causa «di acuta sofferenza fetale inseritasi in una condizione di intrinseca fragilità del feto legata ad un ritardi di crescita intrauterino». Il processo è nato dalla querela della madre nei confronti di una ginecologa oggi in pensione (è difesa dagli avvocati Diego Munafò e Fabrizio Rondino). Il 9 gennaio, sabato, la mamma fu ricoverata.

L'avvocato Giancarlo Rosa

L’indagine racconta che alle 17.09 del 10 gennaio, Emma fu sottoposta a un tracciato cardiotocografico, valutato alle 18,20 dal ginecologo del turno precedente e «dal quale emergeva una variabilità di base ridotta e decelerazioni atipiche». Il ginecologo passò le consegne alla collega. A mezzanotte fu eseguito un altro tracciato, la ginecologa lo valutò all’1.30. Un tracciato «avente carattere patologico, in quanto emergeva una grave e continua alterazione del battito cardiaco fetale con variabilità assente per più di un’ora e una decelerazione variabile grave atipica con lenta ripresa della frequenza di base a carico di uno dei due feti».

Per l’accusa, la ginecologa avrebbe «omesso di disporre un monitoraggio più frequente delle condizioni di salute della mamma e dei suoi due feti» e «comunque», avrebbe omesso «senza alcuna ragione di disporre il cesareo urgente idoneo ad evitare la morte del bimbo, procedendo, al contrario, alla rivalutazione del quadro clinico». Lo si rivalutò l’11 gennaio: alle 7.10 fu effettuato un altro tracciato cardiotografico «con esito del tutto sovrapponibile», dice l’accusa, a quello eseguito a mezzanotte, «con conseguente successiva e tradiva indicazione del taglio cesareo urgente». La mamma fu portata in sala operatoria. L’intervento urgente («in epidurale») cominciò alle 8.8 e terminò alle 8.20. Il piccolo Elyon ebbe un arresto cardiaco.

L'avvocato Diego Munafò

«Non l’ho sentito piangere». Lo portarono in Terapia Intensiva. Alle 8.40 il decesso. «Non volevano dirmelo, aspettavano il mio compagno, ho cominciato ad urlare, volevo vederlo. Me lo hanno messo in braccio — ha detto in lacrime la madre —. Era pieno di macchie scure in faccia e sul corpo. Ho pregato per lui, l’ho tenuto in braccio finché non ho visto che gli sanguinava il naso. Mi hanno detto che era morto per cause naturali, io ho insistito per l’autopsia».


Già madre di una bambina, «sin dall’inizio - ha raccontato la donna - io ho avuto un po’ di problemi con questa gravidanza. Dal quinto mese andavo spesso al pronto soccorso, facevo i controlli, mi dicevano che era tutto normale visto che erano gemelli, tornavo a casa». A gennaio «sono tornata al pronto soccorso, avevo forti contrazioni, dolori». Il 5 gennaio «ho cominciato a bere tantissima acqua». Il 9 gennaio, sabato, il ricovero. Il ginecologo di turno (sentito oggi) ha parlato di «glicemia alterata», di «sospetto di diabete», di «pressione arteriosa border line» e di bimbi «più piccolini rispetto a quanto ci si attendeva». «Quando ho passato le consegne alla collega, le ho spiegato il caso clinico, essendo una gravidanza patologica. Più patologica di così». Il 10 gennaio, «in meno di un’ora ho bevuto 11 bottiglie d’acqua da mezzo litro, non era normale», ha continuato la mamma che nel mese di ricovero dopo il parto, scoprì di avere il diabete. Oggi sono stati sentiti l’inquirente dei carabinieri del Nas e le ostetriche. Il 24 aprile, il pm chiamerà a testimoniare il primario Aldo Riccardi.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400