L'ANALISI
07 Gennaio 2024 - 09:36
CREMONA - Un bambino di quattro anni è morto fra il 26 e il 27 dicembre all’ospedale Maggiore, dove i genitori lo avevano portato in seguito a sintomi apparentemente influenzali: febbre e vomito. In attesa del responso dei rigorosi accertamenti subito avviati da Direzione generale Welfare di Regione Lombardia e direzione dell’Asst di Cremona, a raccontare il dramma è il padre del piccolo. Vuole risposte, che potranno presumibilmente arrivare dall’autopsia già effettuata: «Non aveva alcuna patologia — dice l’uomo, distrutto dal dolore —, era sano. Non si può morire per un mal di pancia».
Riavvolgere il nastro e parlare di quelle drammatiche ore non è semplice. Il papà prende fiato e ci prova, partendo dal principio: «Mio figlio ha iniziato a stare male la sera del 23 dicembre, come lui anche la sorella di sei anni e mezzo. Entrambi avevano vomito, febbre e mal di pancia, come capita a tanti bambini in questo periodo. E infatti, quando siamo andati al pronto soccorso la prima volta, c’erano altri bambini in quelle condizioni: era il 24 dicembre e ci hanno mandati a casa dandoci solo degli integratori. ‘State tranquilli, non hanno niente, è influenza’ ci hanno detto».
La febbre però continuava a salire e i sintomi a peggiorare, così il giorno di Natale i genitori hanno portato nuovamente i figli all’ospedale: «Ci hanno chiesto ‘Perché siete venuti?’ Poi siccome il bambino non beveva, non mangiava ed era debole, gli hanno fatto flebo e dato tachipirina. Sia il 25 sia il 26. Hanno tenuto entrambi i piccoli in osservazione. Lui peggiorava, gli hanno fatto esami del sangue, delle urine, poi un’ecografia. Continuavano a dirci che non aveva niente, di stare tranquilli. Ma nella tarda serata del 26 è morto. Quando me l’hanno comunicato ho iniziato ad urlare. Com’è possibile?».
Interrompe il racconto, il papà cremonese. Quindi prende di nuovo fiato: «Una parte di me ancora non ci crede, non mi sembra vero che mio figlio non c’è più, è troppo dura». Spiega che, subito dopo il decesso, lui e la moglie hanno deciso di portare via la figlia: «Siamo andati alla Poliambulanza di Brescia, aveva gli stessi sintomi ma là sono riusciti a farla stare meglio e poi a dimetterla. Ora è a casa con noi, ma non parla, aspetta il ritorno del fratello. Erano sempre insieme. Se mi hanno dato spiegazioni? Per il momento solo a voce, non ho referti cartacei: mi hanno detto che il bambino ha avuto una infezione improvvisa allo stomaco che l’ha fatto vomitare sangue. Ma una infezione non viene all’improvviso: stava male da giorni, perché non l’hanno capito e curato nel modo giusto? Non abbiamo ancora deciso se rivolgerci ad un legale — conclude il padre del piccolo —, al momento sto troppo male per pensarci e devo ancora organizzare il funerale. Entrare a casa, vedere i suoi giochi e i suoi vestiti, è troppo dura. Non penso riusciremo a stare in questa casa. Questa situazione — ripete — è insostenibile. Ho portato il mio bambino all’ospedale per un malanno che pensavo fosse semplice: febbre e mal di pancia. Continuavano a ripeterci di stare tranquilli, che era solo influenza. Voglio sapere cosa è successo».
La Direzione generale Welfare di Regione Lombardia e la direzione dell’Asst di Cremona, insieme ai medici e agli infermieri della Pediatria dell’ospedale, attraverso una nota manifestano il loro «profondo sentimento di vicinanza alla mamma e al papà del bambino e a tutta la famiglia, consapevoli dell’immenso dolore che stanno vivendo». Viene garantito che «l’interesse comune e prioritario è accertare le cause di morte con la massima trasparenza». E per tale ragione, il giorno stesso del decesso, l’Asst di Cremona ha informato la magistratura e il 29 dicembre è stata effettuata l’autopsia, il cui esito sarà noto secondo i tempi tecnici di refertazione (minimo 90 giorni).
«Come da prassi l’Asst di Cremona ha messo in atto, da subito, tutte le azioni utili a comprendere e analizzare lo svolgersi dei fatti - viene precisato ancora -, allo scopo di chiarire con rigore la correttezza del percorso di cura intrapreso. Per la stessa ragione la Direzione generale Welfare di Regione Lombardia, in collaborazione con l’Ats Val Padana, assicura che verranno fatte tutte le verifiche necessarie per risalire con oggettività alle cause del decesso».
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