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GIORNATA MONDIALE DELL'AUTISMO

Mattia e il suo sorriso energetico, Giulio che ora sogna il motorino

Stefano Lodigiani e Simone Pegorini raccontano il loro essere padri di ragazzi autistici

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

03 Aprile 2024 - 10:31

Mattia e il suo sorriso energetico, Giulio che ora sogna il motorino

CREMONA - Le finestre di palazzo comunale illuminate di blu, un segno simbolico per testimoniare l’attenzione e la vicinanza della comunità alle famiglie di ragazzi autistici. Ieri l’amministrazione comunale ha aderito alla Giornata Mondiale dell’Autismo, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’Onu per diffondere una maggiore consapevolezza sui diritti delle persone con disturbi dello spettro autistico. Le finestre di palazzo comunale illuminate di blu sono un monito a non dimenticarsi di chi è affetto da disturbi dello spettro autistico e non limitare la propria attenzione a una sola giornata. E parlare di spettro autistico dà conto della complessità dell’autismo. È preferibile parlare di spettro autistico anziché di autismo poiché il fenomeno si presenta come estremamente variabile. 

 LA STORIA DI MATTIA E DI GIULIO

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Stefano Lodigiani, papà di Mattia

Mattia Lodigiani ha compiuto 13 anni il 26 marzo scorso; il prossimo 4 aprile Giulio Pegorini ne compirà 20. Entrambi hanno un disturbo dello spettro autistico, entrambi possono contare su genitori fantastici.

«Super Mattia, così lo chiamano i suoi compagni di classe all’Anna Frank — raccontano papà Stefano e mamma Sonia Rampi —. Nella giornata della consapevolezza dell’autismo, noi siamo consapevoli, serenamente consapevoli di Mattia. Non mancano momenti di sconforto, ma il sorriso di Mattia ci aiuta e ci sostiene». Papà Stefano aggiunge: «Mattia è un bambino non verbale, comunica con i gesti fin dall’asilo. A scuola siamo stati fortunati: dalla materna alle medie abbiamo trovato insegnanti e alunni che hanno accolto Mattia in tutto e per tutto. Mattia ama gli sport, fa tennis alla Baldesio, basket alla Vanoli, segue musicoterapia, d’estate partecipa al centro estivo del Cral di via Postumia dove siamo soci. Cerchiamo di dargli tutto l’affetto possibile, gli facciamo vivere la nostra quotidianità; mia moglie ha deciso di lasciare il lavoro per seguirlo meglio. Ma fare i genitori è il lavoro più bello del mondo e Mattia ce lo conferma ogni giorno».

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Simone Pegorini, papà di Giulio


Simone Pegorini, papà di Giulio e fra i fondatori di Accendi il buio, non esita a dire: «Sì, la nostra è una bella avventura, un viaggio impegnativo, ma pieno di emozioni. Giulio giovedì farà 20 anni, è un ragazzo che vorrebbe andare in motorino, avere il monopattino e una ragazza come gli altri. Oggi frequenta l’ultimo anno del corso di panificatori dell’Enaip. Il pensiero corre avanti per capire cosa potrà fare in futuro il mio Giulio, mentre il fratello Luca è all’estero a studiare. Giulio lo sa, gli manca, ma è contento per lui».

Papà Simone non nasconde le difficoltà e le preoccupazioni: «Da quando Giulio aveva 3 anni di età e abbiamo cominciato a raccontare cosa voglia dire avere un figlio autistico tanto è stato fatto, il Comune ha messo in campo azioni e persone che hanno permesso di capire e conoscere l’universo dell’autismo — spiega —. Non sempre è facile accettare ragazzi come Giulio, per certe stereotipie che possono allontanare. Il nostro compito di genitori è far vivere a Giulio un quotidiano il più normale possibile».

Pegorini non nasconde che è il futuro del figlio a spaventarlo: «La vita è lunghissima, i giorni e le ore interminabili quando non hai obiettivi e la possibilità di tracciare una prospettiva — commenta —. Paradossalmente, se del dopo di noi si parla, ciò che non viene affrontato è il durante noi. Finita la scuola, il rischio è che ragazzi come Giulio siano lasciati a loro stessi e in carico alle famiglie. La fatica è immaginare, progettare un futuro per Giulio e al tempo stesso una quotidianità in cui non si può dare per scontato nulla. La speranza è poi di stare sempre bene, una malattia, dall’andar dal dentista a qualcosa di più complesso per un ragazzo autistico diventa un’incognita che bisogna affrontare con grande delicatezza. Questo è il nostro giorno per giorno con e per Giulio».

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