L'ANALISI
03 Aprile 2024 - 05:10
CREMA - Renato Stanghellini va in pensione da leader dei volontari. A 76 anni, dopo 45 da presidente del gruppo dei Pantelù, lascerà la carica in occasione dell’assemblea dell’associazione, convocata per martedì alle 21 all’Arci di San Bernardino, in via XI Febbraio. Una casa che i Pantelù hanno a disposizione da un paio d’anni, grazie all’accordo con il circolo, avendo lasciato la storica sede di via Delle Grazie. Per Stanghellini anche esperienze da consigliere comunale con Rifondazione, prima negli anni della giunta di Claudio Ceravolo e poi nel primo mandato di Stefania Bonaldi, oltre ad analoghi impegni in consiglio a Izano.
Quali sono i pensieri che affollano la mente in questo momento?
«Sono diversi anni che pensavo di passare la mano, il problema, come sempre accade nelle associazioni di volontariato, era trovare una persona disponibile e capace che avesse il tempo e la voglia per mandare avanti tutte le nostre iniziative. Sono in questo gruppo dal 1978, anno di fondazione, l’ho sempre guidato come presidente e non mi sono mai fermato. L’età avanza e ha il suo peso, ma non potevo lasciare senza essere sicuro che questa storia andasse avanti».
Come si profila la successione alla carica?
«Direi che è più che giusto lasciare spazio ai più giovani, seppur garantendo comunque la mia presenza. Mi faccio da parte, ma con delle certezze che questo gruppo proseguirà in quanto fatto in tutti questi anni. Devo ammettere che nemmeno io, all’inizio dell’avventura, potevo immaginare che i Pantelù fossero capaci di realizzare quanto hanno portato a termine. Il presidente designato è Francesco Bianchessi di Madignano. Una persona di assoluta fiducia e che si è sempre impegnato con noi. Andrà ovviamente votato dal nuovo direttivo, che uscirà dall’assemblea di martedì. Invito a partecipare tutti gli iscritti ai Pantelù, una cinquantina, di cui circa 35 sono i soci attivi».
Il gruppo è uno dei più operativi in città nel campo del volontariato. Qual è il focus delle vostre iniziative?
«Il nostro impegno è sempre stato rivolto in primis alla solidarietà. Dalle raccolte fondi per le persone con disabilità, alla distribuzione di pacchi scuola e alimentari a chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Pantelù a Crema fa anche rima con tradizione e folclore. Il Carnevale, innanzitutto, dove siamo sempre stati protagonisti, anche con un nostro carro. Poi il periodo natalizio, dove non manchiamo mai per Santa Lucia e dove organizziamo i Babbi Natale, con zampognari al seguito. E ancora le varie ricorrenze, come il San Valentino e la festa della donna. I Pantelù sono per definizione sempre in giro per la città, portano allegria e buonumore e da 45 anni abbiamo portato avanti queste iniziative».
Anche il nuovo corso, dunque non cambierà gli obiettivi?
«Una presenza che andrà sicuramente avanti: siamo nati per questo e proseguiremo con le nostre finalità di sempre. Il mio timore era di dovermi fermare per forza e di lasciare un vuoto, adesso non è più così. Sono molto felice di aver assicurato un futuro all’associazione. Ci sono tanti volontari capaci e che hanno voglia di impegnarsi, di certo i Pantelù non finiranno con me».
Dalla prossima settimana, avendo un po’ più di tempo da dedicare ad altro, cosa farà Stanghellini?
«Potrò completare il libro che sto preparando sulla storia del gemellaggio tra Crema e la cittadina francese di Melùn, un’amicizia che, nel 2025, raggiungerà il quarto di secolo. Come Pantelù siamo sempre stati protagonista di questa stretta connessione, partecipando ai tanti viaggi in Francia, accogliendo a Crema i cugini d’Oltralpe. Tanti i ricordi e le testimonianze che sto raccogliendo, per questo volume celebrativo, in cui non mancheranno interventi degli amministratori locali di inizio millennio, per raccontare come nacque l’idea del gemellaggio e come si concretizzò. E poi, sto anche pensando ad un volume dedicato proprio alla storia dei Pantelù e ai tanti progetti realizzati».
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