L'ANALISI
CREMONA VERSO PASQUA
29 Marzo 2024 - 23:19
CREMONA - Duomo gremito questa sera per la celebrazione conclusiva del Venerdì Santo. Gran parte dei fedeli ha partecipato alla lunga processione che ha attraversato il centro cittadino, con il vescovo Antonio Napolioni che reggeva la ‘Sacra spina’, accompagnato dall’emerito Dante Lafranconi, dai canonici e da una rappresentanza di parroci e sacerdoti della città. Seguiva il gonfalone del Comune con il sindaco Gianluca Galimberti e gli assessori Luca Burgazzi e Barbara Manfredini. Costante in ogni zona del percorso la vigilanza delle forze dell’ordine, pochi coloro che hanno assistito alla processione ai bordi delle strade e delle piazze.
‘Kyrie eleison’ e ‘Miserere le due invocazioni che hanno scandito il cammino di fede, sostenuto dalla polifonia sacra del coro, e dalle quali è partito il vescovo nell’omelia al ritorno in Cattedrale definendole «il succo della preghiera», la confessione di una «condizione umana che non ci umilia ma ci rimette nella verità» e ci responsabilizza. Anche per «aprire la paura» di questo frangente storico «alla luce della Pasqua». Monsignor Napolioni ha preso spunto da un quadro di un autore caravaggesco (Battistello Caracciolo) conservato nel Museo diocesano, raffigurante l’Agonia di Gesù, confortato da un angelo nel Getsemani, che contiene anche una piccola scena dipinta a distanza, illuminata dalle fiaccole delle guardie del Sinedrio che giungevano per arrestare il Signore.
Piccola la scena di odio, mentre in primo piano risaltano il volto di Cristo e l’angelo a indicarci un «mistero d’amore che è infinitamente più grande del mistero del male, dell’iniquità che si scatena». A conclusione, prima di impartire la benedizione con la reliquia, il vescovo ha voluto unirsi spiritualmente a papa Francesco recitando la supplica a Gesù da lui composta per la Via Crucis di quest’anno.
FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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