L'ANALISI
30 Marzo 2024 - 05:00
CREMONA - Boom di prenotazioni nei ristoranti per le feste, un po’ meno affollate le pasticcerie. La Pasqua bassa, quella che come quest’anno cade tra fine marzo e i primi giorni di aprile, riempie i locali della città per i tradizionali pranzi della domenica e del Lunedì dell’Angelo. «Molti cremonesi sono rimasti in città – spiega Alessandro Lupi, presidente della FIPE Federazione dei Pubblici Esercizi – preferendo programmare le vacanze per il ponte del 25 aprile e del 1° maggio. In compenso questa scelta ha affollato i ristoranti, quasi tutti sono sold out, con un forte incremento rispetto all’anno passato». Un trend positivo confermato da numerosi ristoratori costretti a rifiutare, ormai da settimane, prenotazioni per il periodo pasquale.
I locali dunque sono pieni, a conferma di una tradizione dei cremonesi (e non solo) di celebrare le festività al ristorante. Il settore sembra essere meno colpito di altri dagli effetti della crisi e dei rincari sulle materie prime: «Ovviamente un aumento c’è stato – racconta Paolo Nevi dell’osteria La Sosta – ma in questi casi si tratta anche di muoversi con un po’ di previdenza, conosciamo la nostra clientela e sappiamo che Pasqua è uno dei momenti più ‘caldi’ dell’anno. Per questo motivo abbiamo ordinato mesi fa i capretti che serviremo domenica: questo ci permette di mantenere un prezzo concorrenziale».
Protagonista assoluto della festività, insieme al capretto, è il tradizionale agnello «una carne particolare – spiega Marina Morelli, titolare dell’Hosteria 700 – che non piace a tutti ma che in questo periodo è d’obbligo per tanti cremonesi, anche se con queste temperature verrebbe più voglia di bolliti. Da noi lo proponiamo un po’ in tutte le salse: dalle costolette all’arrosto, passando dal ragù per gli gnocchi». E le temperature tornate rigide proprio in questi giorni non scoraggiano i titolari delle osterie fuori città, immerse nella natura o forti di splendidi giardini: «Ci siamo attrezzati – spiega Alessia Sali dell’osteria del Mento – il plateatico esterno ci permette di approfittare delle belle giornate o di ripararsi al coperto in caso di pioggia. E così anche con questa Pasqua ‘invernale’ abbiamo il locale pieno».
Se la ristorazione fa il botto, la Pasqua bassa non rende la vita così facile alle pasticcerie cittadine, soprattutto per la vicinanza con le altre festività da poco trascorse. «Siamo troppo vicini al Natale e a ridosso del Carnevale – dice Rita Alquati della pasticceria Baresi-Alquati –. Sicuramente questo non aiuta un settore come il nostro: se ci sono da fare rinunce in questi tempi di crisi i dolci sono una delle prime per molti cittadini».
Nonostante questo i ritmi si mantengono più o meno sui livelli degli scorsi anni a ribadire come i cremonesi scelgano di affidarsi ad una tradizione artigianale che garantisce, per dirla con le parole di Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato, «un prodotto buono, sano e realizzato nei nostri laboratori, che danno lavoro ai pasticceri del territorio e custodiscono le ricette tramandate di generazione in generazione».
Ci sono le colombe, dalle classiche alle varianti al cioccolato o alla marmellata, gli agnellini di pasta sfoglia e le uova di cioccolato. «Prodotti per i quali – dice Manuela Giacchetti della pasticceria Dondeo – abbiamo scelto di mantenere i prezzi dello scorso anno nonostante gli aumenti vertiginosi dei costi delle materie prime, zucchero e cacao su tutte». Una strategia che si è dimostrata vincente. «A fronte di aumenti fino al 100-120% dei prezzi delle materie prime – spiega Alfredo Bertoli della pasticceria Lanfranchi – abbiamo deciso di lasciare il prezzo al consumo invariato e la clientela dimostra ricompensare questa nostra scelta: quest’anno la colomba di pasta lievitata è tornata la regina delle golosità».
CREMA - La tradizione, ma anche qualche cambiamento d’abitudini di cui bisogna tenere conto. Ad esempio la volontà di diversi cremaschi di trovare alternative ai piatti a base di capretto o agnello, che nasce dalla crescente sensibilità di molti verso la macellazione di questi animali. I ristoratori adeguano dunque i menu, pur non rinunciando ad offrire ai propri clienti i piatti tipici di questa ricorrenza. «La nostra proposta – conferma Carlo Alberto Vailati, patron del Ridottino di via Alemanio Fino – tiene conto delle mutate esigenze, ma non dimentica la tradizione. Offriamo certo un’alternativa, come il filetto di pescato del giorno. Se a Pasqua il menu è fisso, il lunedì dell’Angelo si lavorerà alla carta».
Prenotazioni a gonfie vele per entrambe le date. Super lavoro anche per le pasticcerie. «Prepariamo tutto o quasi su ordinazione – sottolinea Rossana Zanaboni, titolare con il fratello Milko, della storica pasticceria Santa Marta di Pandino –: le richieste che sono andate per la maggiore quest’anno hanno riguardato le tradizionali uova di cioccolato e poi le colombe». Senza dimenticare gli agnelli di sfoglia, un must a cui i pandinesi non rinunciano mai.
CASALMAGGIORE - Tutto esaurito da due mesi all’Antica Trattoria Gianna, che conferma il trend di ristorante tra i più gettonati del Casalasco. «Da circa due mesi abbiamo il ristorante pieno sia a Pasqua sia a Pasquetta – commenta Giacomo Chittò —. Se poi il tempo fosse stato più clemente avremmo riempito anche all’aperto. Siamo molto soddisfatti di come sono andate le cose e non possiamo lamentarci. Per accontentare tutti avremmo dovuto affittare un capannone. La nostra Pasqua in tavola sarà all’insegna della tradizione e dei piatti tipici del periodo e del nostro territorio».
Alla pasticceria Dalè di Alessio Nardi a Casalmaggiore, trionfa la colomba classica. «Tra uova di cioccolato e colomba, la scelta dei clienti è caduta decisamente sulla seconda, quella tradizionale però, senza ripieno o farcitura. Poche ordinazioni anche per le colombe al cioccolato. Rispetto al Natale non ci sono state richieste particolari, nessuna maxi colomba, per intenderci. Rispetto all’anno scorso — conclude Nardi — c’è stato un calo del 15% circa. Il carnevale non è finito da molto, forse la vicinanza delle due feste ha influito sui consumi».
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