L'ANALISI
29 Marzo 2024 - 05:30
SONCINO - Fumata bianca. E non è un’esagerazione dire che una decisione presa nel borgo medievale sull’Oglio scalda il cuore di migliaia di persone in tutta Europa. Perché? Presto detto: Soncino Fantasy si farà. L’accordo definitivo tra Comune e privati che organizzano la fiera, per l’utilizzo del marchio (che è legalmente di proprietà del municipio), è stato raggiunto. La stretta di mano è simbolica. Il nero su bianco è legale. L’arrivo di 15mila appassionati da tutta Italia e non solo, in un’unica giornata - il 25 aprile - è adesso realtà.
Soddisfatta la titolare della cattedra al Turismo e Commercio Chiara Rossi: «Sicuramente la manifestazione Soncino Fantasy rientra a pieno titolo nella tradizione degli eventi più attesi del nostro borgo, di grande rilevanza per il numero di turisti che attrae e per la particolarità del format che affascina gli appassionati del settore fantasy, consentendo – commenta – un’ulteriore divulgazione dell'immagine della città».
Ma perché Soncino Fantasy è tanto importante? Cos’ha di diverso dalle altre fiere del territorio? E, soprattutto, perché i soncinesi ci tengono particolarmente? Come detto, il perché ne siano innamorati gli appassionati è quasi scontato. Si parla di Tolkien e di Signore degli Anelli, dunque di un’opera immortale che per un giorno intero prende vita nella rocca sforzesca. E, almeno negli anni passati (perché ogni anno gli ospiti sono quasi a sorpresa), c’è chi è partito dalla Sicilia, come dalla Germania, per conoscere i doppiatori di Frodo, di Sam, i disegnatori delle copertine dei libri, stilisti e artigiani che hanno realizzato costumi e armature, attori e controfigure del kolossal.
Si potrebbero poi citare i concerti, le mascherate, i cosplay, gli spettacoli, i giochi per bambini. Ma i più grandi fan di Soncino Fantasy, in realtà, sono i commercianti locali. Anche quelli che non rientrano nel perimetro fieristico. Contro-intuitivo detto così, ma semplice una volta spiegato: 15mila turisti corrispondono grossomodo al doppio degli abitanti del borgo. E ogni volta, in quel 25 aprile, da mattina a sera per prendere anche solo un caffè bisogna fare la coda. Dopo sette anni di ‘divorzio’, dopo le restrizioni del Covid e la crisi, in sostanza, una bella boccata d’aria. E la Terra di Mezzo è benvenuta.
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