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CREMONA

Il ladro seriale di biciclette colleziona un'altra condanna: 1 anno e 4 mesi

Da settembre del 2022 il sessantenne è detenuto in carcere "per altra causa": una condanna definitiva per il furto di una due ruote, la sua specialità. "Dovevo pagare delle bollette. Mi spiace, ho sbagliato"

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

27 Marzo 2024 - 16:08

Il ladro seriale di biciclette colleziona un'altra condanna

CREMONA - Da settembre del 2022 è detenuto in carcere "per altra causa": una condanna definitiva per il furto di una bicicletta, la sua specialità. Antonio Galdini, 60 anni da compiere il 10 aprile, calabrese di Crotone, cremonese d’adozione, anche stamane è tornato in tribunale scortato dalla polizia penitenziaria, accusato - e poi condannato a 1 anno, 4 mesi e 416 euro di multa di aver rubato una bicicletta da donna all’interno del cortile di un condominio in via del Giordano, il 28 giugno del 2018. Quel giorno, le telecamere lo ripresero.

"L’ho presa, poi mi ha chiamato la polizia e l’ho restituita. Dovevo pagare delle bollette. Mi spiace, ho sbagliato e basta", le dichiarazioni rilasciate al processo da Galdini seduto accanto al suo ‘storico’ difensore, l’avvocato Raffaella Parisi. Ma nel carteggio, non c’era la prova che la bici fosse stata restituita. Il pm aveva chiesto la condanna a 2 anni.

Ad aprile di un anno fa, Galdini si prese 2 anni per il furto di tre biciclette rubate nel cortile di un condominio in via Cazzaniga, furto messo a segno il 19 febbraio del 2019.

Il 22 settembre del 2022 , il ladro seriale di biciclette fu condannato a 7 mesi per il furto di una bicicletta, appunto, rubata il 12 febbraio 2018 dal cortile del Comando dei carabinieri del Nas. Anche allora, cascò male, Galdini.

«Quella mattina — raccontò al processo il derubato — mi sono recato in ufficio, ho lasciato la bici sotto il portico, l’ho chiusa con la catena e sono andato al lavoro. Alle 17, quando sono tornato a riprenderla, non c’era più».

La mattina successiva furono acquisite le registrazioni della telecamera puntata sull’ingresso. «Abbiamo visto un uomo che entrava con una bici, usciva con la mia, allontanandosi». Le immagini furono mostrate ai colleghi «territoriali dell’Arma», che riconobbero il «noto» Gandini. L’indomani, la bicicletta gli fu restituita.

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