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Adottato il nuovo Pgt: «Punterà sul green»

Via libera dalla giunta Fiori, attenzione all’ambiente. Ma l’opposizione è molto critica: «Bloccherà la crescita

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

21 Marzo 2024 - 19:33

Approvato il nuovo Pgt: «Punterà sul green»

CASTELLEONE - Il borgo ha promosso al voto, nell’ultima seduta del consiglio, il suo nuovo Piano di Governo del Territorio (o Pgt) che entrerà in vigore a breve. Per chi non lo sapesse: di fatto è una pianificazione dello sviluppo urbano che regola dove, come, quando e cosa si possa costruire sul territorio e vale sia per il pubblico che per il privato e, quindi per il Comune e anche per le aziende. Ecco perché, da sempre, è un tema caldo per tutti i cittadini.


Nei giorni scorsi l’opposizione l’ha criticato aspramente, sostenendo che questa versione, di fatto, bloccherà lo sviluppo e la crescita della città. Gli amministratori hanno invece un’opinione diametralmente opposta e sono, anzi, molto orgogliosi del lavoro fatto per rivedere le carte del 2009. L’assessore alla partita Orsola Edallo: «Oggi lo sviluppo di un territorio non deve tradursi esclusivamente nella sua crescita immobiliare, specialmente se misurato in termini di consumo di suolo.

Meglio misurare la qualità della vita dei cittadini, la loro salute, la tutela dell’ambiente, dei legami sociali e delle relazioni e lo sviluppo economico reale e sostenibile. Il nuovo Pgt – spiega – è stato elaborato partendo da uno studio approfondito, per esempio considerando l’andamento demografico, l’elevato numero di sfitti (mille) e le tantissime aree edificabili inutilizzate (centomila metri quadrati). La scelta – puntualizza – è stata quella di pensare al futuro, alle giovani generazioni e alla sostenibilità».


Il Pgt della giunta Fiori è stato stilato dall’architetto Marco Turati di Cremona. L’autore: «Il piano punta sulla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini castelleonesi». ‘Fare’, lista di governo, mette l’accento proprio su questo passaggio: «Abbiamo cercato di portare una riduzione del consumo di suolo, la piantumazione come scambio per la ‘monetizzazione’ delle aree, il divieto di insediamento di nuovi allevamenti zootecnici intensivi, di impianti a biometano e forti limitazioni nell’utilizzo di fanghi e gessi da defecazione per la concimazione dei campi».

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