Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

I GIOVANI SOTTO LA LENTE

Le vite sempre più connesse e sul web anche l’odio cresce

Dati inquietanti al convegno Soroptimist. «Il cyberspazio è un contesto esistenziale a pieno titolo»

Gabriele Cogni

Email:

redazione@laprovinciacr.it

22 Marzo 2024 - 05:15

Le vite sempre più connesse e sul web anche l’odio cresce

CREMONA - La vita dei giovani è on life. Il tempo trascorso in rete è davvero parecchio, con quattro ragazzi su dieci che passano dalle quattro alle sei ore al giorno. Il dato è emerso da una ricerca del «Centro riabilitazione infanzia adolescenza famiglia» su un campione di tremila studenti nella fascia d’età dagli undici ai quattordici anni. È partito da questo scenario reale un viaggio dettagliato tra le relazioni tecnologiche, per capire l’impatto e le criticità all’interno del mondo giovanile. Un approfondimento mirato a comprenderne le correlazioni con i fenomeni in rete quali il cyberbullismo e l’odio online. Numeri, contesti, riflessioni sono stati il focus del convegno organizzato da Soroptimist Club Cremona su un tema di forte attualità.


A condurre il numeroso pubblico all’interno di questo quadro è stata Paola Cattenati, referente del Criaf (Centro riabilitazione infanzia adolescenza famiglia), membro della Commissione Nazionale Disagio Adolescenti e Bullismo Ministero dell’Istruzione e del Merito, dell’Osservatorio Regionale Bullismo — Lombardia, dell’Osservatorio Nazionale per la promozione della parità tra i sessi e la violenza contro le donne. Al suo fianco è intervenuta anche Elisabetta Cavagnoli, psicologa del Criaf.
«Ci deve essere la consapevolezza – ha spiegato Cattenati — che oggi facciamo molto in rete, il cyberspazio è diventato a pieno titolo un contesto di vita e non ne è separato e in particolare modo questo vale per i giovani. Sappiamo che può aprirci a grandi finestre sul mondo, ma al tempo stesso porta insidie. È un contesto di estrema libertà, ma anche di estremo controllo».

Paola Cattenati, referente del Criaf Centro riabilitazione infanzia adolescenza famiglia, Marida Brignani, presidente del Soroptimist Club Cremona, e la psicologa Elisabetta Cavagnoli del centro Criaf


Nell’era tecnologica, sono diversi i cambiamenti che riguardano gli ambiti quali relazioni, identità, mente, crescita, rischi e dipendenza. Per questo, è stato sottolineato, il tema va indagato ed è davvero importante accompagnare i ragazzi. «Se avessimo avuto una scuola e una formazione precisa, oggi non ci troveremmo immersi in queste criticità: abbiamo imparato tutti sul campo, senza le opportune e pregresse riflessioni che andavano fatte. Oggi ci stiamo rendendo tutti conto che un passo indietro va fatto, anche soltanto in termini di conoscenza, consapevolezza e scelta per un utilizzo sano ed equilibrato».


Durante l’incontro sono stati presentati dati riguardanti appunto il mondo giovanile che hanno permesso di aiutare a capire la genesi dei fenomeni in rapida ascesa come cyberbullismo e odio online che attraverso i nuovi mezzi di comunicazione possono circolare con estrema rapidità, diffondendosi su larga scala e raggiungendo un’audience potenzialmente molto vasta, con l’effetto di stimolare la proliferazione di ulteriori espressioni di tipo analogo per emulazione. L’odio e la violenza online determinano conseguenze molto gravi per chi le subisce ed anche per chi le promuove, come è stato sottolineato. È stata affrontata la visione di tecnologia vista come un motore di cambiamento, ma che è anche «accelerazione nella degenerazione di questi fenomeni».

Sala Mercanti della Camera di Commercio sold out per il convegno sul Cyberbullismo e l’odio social organizzato dal Soroptimist Cremona


Un approfondimento sulle motivazioni e le emozioni che sottostanno ai comportamenti rischiosi dei ragazzi online è stato proposto da Cavagnoli che è partita dal progetto Secor Net in cui sono stati coinvolti studenti, genitori e docenti, che ha avuto come obiettivo il contrasto a ogni forma di violenza, anche in rete. La psicologa è poi entrata nel dettaglio di aspetti che riguardano i ragazzi e il rapporto con la rete, come la vetrinizzazione sociale, l’influenza del gruppo dei pari, la paura dell’esclusione sociale, la rabbia e l’aggressività, la solitudine e la noia, sino al desiderio del rischio per esprimere la propria unicità. Una panoramica dell’esperienza del centro Criaf. Infine, Cavagnoli ha presentato un lavoro dei ragazzi in cui sono stati identificati i maggiori fattori di protezioni, «tra cui ci sono amicizia, ascolto reciproco, importanza della relazione, empatia. Sono aspetti che vogliono e cercano – ha detto – e bisogna lavorare su questi aspetti per aiutarli a raggiungere tali situazioni».


Il convegno ha riscosso molto successo: «Abbiamo affrontato un tema di grande attualità e molto ampio – ha concluso Marida Brignani – ma ce ne dobbiamo occupare anche noi, nel nostro associazionismo, per gettare semi positivi, per cercare insieme di offrire occasioni ai ragazzi valide alternative. Dobbiamo dare loro l’opportunità di trovare interesse nella cultura, oppure nello sport, in un qualcosa, cioè, di differente dal rapportarsi a modelli che non sono corretti e in contrasto ai fenomeni su cui abbiamo avuto modo di riflettere in questo convegno. Cerchiamo di fornire modelli positivi, di bellezza della vita».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400