L'ANALISI
21 Marzo 2024 - 15:43
CREMONA - Vicini di casa, ma spesso ‘nemici’. Nei condomini si litiga su tutto: dai rumori molesti alla gestione di animali. Ma ci si può addirittura azzuffare per uno stendibiancheria. È accaduto in una palazzina con lavanderia e stireria in comune, al piano seminterrato. Lì ci sono le cantine e i garage. L’inquilino del terzo piano non sopportava che la signore. con appartamento al secondo ripiegasse e spostasse il suo stendibiancheria.
Liti continue finché un giorno l’uomo, 49 anni, ha scaraventato lo stendibiancheria sulla testa della donna, di 56. Un colpo, poi un altro. Il filo metallico si è staccato, ferendola alla tempia. «Trauma cranico, trauma alla spalla e trauma al fianco: 25 giorni di prognosi. L’uomo è stato condannato a 4 mesi di reclusione per le lesioni causate alla vicina. La sentenza emessa dal Tribunale di Cremona è stata confermata dalla Corte d’appello di Brescia
«Quello stendibiancheria era diventato un’ossessione», ha commentato l’avvocato di parte civile Alessandro Vezzoni. La lite risale al 14 agosto del 2018, ma è dal 2015 che i rapporti tra i due vicini erano conflittuali. Quasi sempre per via dello stendibiancheria. L’imputato non sopportava che la signora del piano di sotto glielo chiudesse e lo spostasse nel seminterrato, locale un po’ trascurato. Ci pensava lei a dare una spazzata e a lavarlo. Ai primi di agosto, in lavanderia e stireria la vicina notò topi e scarafaggi.
Il 10 agosto decise di fare una pulizia generale con disinfestazione: piegò e appoggiò al muro lo stendibiancheria del vicino, lui in vacanza. Il 14 agosto, al rientro dalle ferie, l’uomo scese in lavanderia. La signora era lì. Gli spiegò di aver pulito e messo ordine nel locale. Apriti cielo. «Lui, improvvisamente, mi ha aggredito, mi ha detto: ‘Chi ti ha dato l’autorizzazione? Se lo fai, la prossima volta ti ammazzo’. Ha preso lo stendibiancheria colpendomi più volte, sbattendomi con le spalle contro il muro della porta del mio garage e mi ha colpito la parte sinistra della nuca, mi ha fatto male. Perdevo sangue». La vicina cercava di strappargli lo stendibiancheria, ma «era la forza di un uomo contro la forza di una donna».
«La donna si trovava in una condizione di palese svantaggio sia perché donna e dotata certamente di minore forza fisica, sia perché più avanti negli anni rispetto all’imputato sia perché sola in cantina», scrivono i giudici dell’Appello. La difesa aveva invocato la legittima difesa, sostenendo che nel tira e molla con lo stendibiancheria, il primo ad essere colpito fu il vicino. Ma la tesi non è passata. Al pari della richiesta di assoluzione per tenuità del fatto. Perché «a fronte delle lesioni accertate il fatto non può ritenersi di lieve entità». L’imputato, condannato anche alle spese, ha trovato un accordo. Da allora, ha detto l’avvocato Vezzoni, «i vicini si ignorano».
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