L'ANALISI
CREMONA
18 Marzo 2024 - 17:21
Il tribunale di Cremona
CREMONA - La telefonata raccolta dalla centrale operativa, la pattuglia dei carabinieri inviata immediatamente sul posto: un’abitazione. Il motivo: una lite in atto in famiglia, tra coniugi. Due coltelli da cucina, uno più grande, uno più piccolo, finiscono sotto sequestro. È un intervento da Codice Rosso: il reato è lesioni personali aggravate. Dal quale deve difendersi una donna: l’ex moglie, una laurea, due figli e un impiego. Ma anche una artista apprezzata che rende speciale i matrimoni degli altri. Mentre il suo è andato a rotoli. Denunce e controdenunce. Nella guerra tra coniugi, l’ex marito si è costituito parte civile nel processo.
Anno 2021, notte tra il 21 e il 22 luglio. Il maresciallo racconta: «Era l’una e mezza di notte. Siamo andati nell’abitazione. Il marito ci ha raccontato di essere stato aggredito. Marito e moglie erano agitati. Ci ha fatto vedere anche un video. Abbiamo sequestrato anche due coltelli da cucina usati dalla moglie. Su di lui c’erano segni al volto, alla spalla, al collo e alle natiche. Li abbiamo visti nel video poi acquisito alla denuncia che il marito ha fatto da noi alle sei e un quarto del mattino. Sì, anche la moglie è venuta da noi per sporgere querela».
Il video (sei frame) è agli atti del processo. Lo girò il marito in piena lite. Anziché scappare dalla moglie con il coltello in mano, lui la riprese e come se parlasse a un pubblico, commentò: «Come sei bella con il coltello». C’è poi un secondo episodio. L’anno è sempre il 2021. Il giorno è il 21 settembre, piazzale del McDonald’s. Un ragazzo vede l’imputata mollare uno schiaffo al marito. Arriva la polizia. «Urlavano abbastanza. Io stavo andando verso la mia auto, poi dopo cinque minuti è arrivata la polizia che è andata dalla coppia. Stavano dicendo che la signora aveva preso uno schiaffo. Sono intervenuto per dire che lo schiaffo lo aveva preso lui (in aula indica il marito)».
Assistita dall’avvocato Luca Curatti, l’ex moglie ascolta le testimonianze, poi si difende e racconta i retroscena di un matrimonio per lei finito già ad agosto del 2018. «Mi sono tolta la fede», perché «per tanti anni lui ha usato violenza psicologica su di me. Una mia amica carissima mi aveva consigliato di registrare per avere la prova. Io vivevo sotto minaccia tutti i giorni. Offese tutti i giorni, provocazioni tutti i giorni. Ero arrivata all’esasperazione, all’esaurimento. Ero nervosa, io non farei del male a una mosca». Torna alla notte di luglio.
«L’episodio di luglio è stata la ciliegina sulla torta - dice -. Stavo stirando, ho ricevuto una telefonata. Lui era dietro la porta ad origliare. Stanca, sono andata a letto ed è nata una discussione. Io con il telefonino la stavo registrando, perché volevo avere una prova. Lui ha visto la luce rossa, si è girato di scatto, ha gettato il telefono, mi ha bloccato i polsi. Cercavo di divincolarmi. Sono sgattaiolata in cucina, ho preso un coltello per non farlo avvicinare. Ero veramente sconvolta. Volevo difendermi e non lo ho neanche sfiorato». Poi ha preso un altro coltello, più piccolo. «Lui veniva verso di me. Mentre faceva il video, non era spaventato, era molto lucido».
L’episodio di settembre. «C’è stata una discussione perché avevo bisogno di una baby sitter, l’avrei pagata io. Avevo cominciato un nuovo lavoro. Lui si è opposto, perché non sapeva chi fosse la baby sitter con la quale io avevo fatto colloquio. Lui mi ha inseguito verso la macchina e ho chiamato la polizia. Non mi ricordo di avergli dato una sberla». Pochi giorni prima del processo, su Facebook l’artista ha pubblicato: «Ma che ne sa la gente di quello che affronti in silenzio. Ma che ne sanno di quanta forza ci vuole per non mollare mai. Sei diventata così brava a nasconderti dietro quel sorriso che solo gli occhi attenti sanno leggere i tuoi (autore sconosciuto)». Il 3 giugno sarà emessa la sentenza.
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