L'ANALISI
19 Marzo 2024 - 05:05
CREMA - «Deve pagare subito, altrimenti rischia di non vedere più suo figlio»: la voce all’altro capo del telefono è quella di un sedicente avvocato. In realtà, un professionista della truffa che recita a memoria, per l’ennesima volta, il suo copione meschino. Quella frase gelida e affilata come una lama, dall’intonazione minacciosa e quasi ricattatoria, è il grimaldello con cui lo specialista del raggiro ‘forza’ il cuore della vittima di turno: un’anziana che vive a Crema. A quel punto disposta a tutto pur di salvare il figlio. La donna raccoglie il denaro contante disponibile tra le mure domestiche e si prepara a consegnarlo all’emissario del finto legale che, di lì a pochi minuti, si presenterà alla sua porta. Prima che l’ombra dell’inganno si profili nella mente della madre in angoscia, il gatto e la volpe hanno già avuto tempo e modo di dileguarsi senza lasciare tracce.
L’episodio risale ad alcuni giorni fa, ma non si tratterebbe di un caso isolato: sono almeno una manciata, infatti, le truffe della stessa natura segnalate fra la città e il circondario nelle ultime due settimane. Impossibile azzardare l’ipotesi di un’unica regia dietro tutti i recenti raggiri. Perché l’escamotage — ormai famigerato — viene ricalcato da numerosi gruppi di malviventi senza scrupoli sparsi in tutto il Paese. Quando squilla il telefono, il primo a prendere la parola, di solito, è un finto maresciallo dei carabinieri, incaricato di comunicare al malcapitato che un parente stretto ha provocato un grave incidente stradale. A quel punto il copione collaudato prevede l’entrata in scena di un avvocato fasullo, che infarcisce il racconto di particolari drammatici.
Un caso classico: nell’incidente è rimasta coinvolta una donna incinta (o, in alternativa, una giovane madre) che ha bisogno di essere operata con la massima urgenza. E perché il congiunto eviti l’arresto c’è un solo modo: pagare cifre a tre o quattro zeri. L’anziano al telefono — quasi sempre una donna fragile — è ormai spaventato e turbato a tal punto da ritrovarsi in totale balia degli impostori: non solo racimola tutto quel che può ma, a volte, si offre anche di consegnare oro e gioielli. Maresciallo e avvocato, in alcuni casi, sono la stessa persona, che parla camuffando la voce. All’abilità attoriale si aggiunge un campionario di termini ed espressioni appositamente studiati per mandare in crisi le persone più suscettibili.
Ma il vero asso nella manica dei truffatori è la conoscenza, spesso particolareggiata, di nomi, dettagli e abitudini familiari: un bagaglio di informazioni — raccolte chissà come e chissà dove — che fa risultare la telefonata estremamente convincente. E una volta raggiunto il proprio scopo, il sedicente legale fa scattare la trappola: «Le mando a casa un mio collaboratore, che fortunatamente si trova nei paraggi: consegni pure a lui il denaro, è un mio uomo di fiducia». Già: fiducia. Come quella estorta con uno stratagemma subdolo e odioso a chi non ha la capacità o la possibilità di tutelarsi da ciarlatani travestiti da benefattori. Il consiglio per evitare di inciampare nel tranello resta quello di sempre: non consegnare mai denaro e preziosi a persone sconosciute. Neppure sotto la spinta dei più biechi ricatti emotivi.
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