L'ANALISI
15 Marzo 2024 - 05:05
CREMA - Tra il 2022 e il 2023, il reddito medio degli oltre 25mila residenti in città — la statistica esclude i quasi 9.000 under 18 — è cresciuto del 3% circa. In base ai dati diffusi dal ministero dell’Economia e relativi alle dichiarazioni 2022 degli italiani, i contribuenti cremaschi avevano dichiarato complessivamente redditi per 672 milioni e 686mila euro, pagando imposte nette per 150 milioni e 276mila euro. Significa un reddito imponibile medio di 26.210 euro. Mancano ancora i numeri ufficiali del ministero, ma nel 2023 (dichiarazioni dei redditi 2022) si attende un’ulteriore salita arrivando verso quota 27mila euro. Il post Covid, pur nell’incertezza causata dall’aumento dell’inflazione e dalle tensioni internazionali sfociate in nuovi conflitti, ha dunque significato un maggior benessere per i cremaschi.
La netta ripresa era già cominciata nel 2021, quando la ricchezza pro capite aveva raggiunto i 26.000 euro, con un incremento rispetto al 2020 ancora più marcato, superiore ai 1.600 euro. In questo caso l’aumento era stato molto più importante per il rimbalzo post lockdown. Già dal 2022 i cremaschi sono i ‘paperoni’ della provincia. Un dato che ovviamente fa piacere al Comune che, infatti, nel previsionale 2024 ha previsto un maggior incasso dalle tasse locali. Gli introiti dovuti all’addizionale comunale sono stimati a 4.433.088 euro, dato ovviamente che l’amministrazione si riserva di confermare nel rendiconto. L’anno scorso erano stati 4.200.363 euro. Un più 233mila euro, che equivale al 5%.
«Un incremento dell’addizionale comunale Irpef c’è stato negli ultimi anni e quindi si può dedurre da questo che sia in corso un progressivo aumento del reddito imponibile lordo di chi vive in città — sottolinea l’assessore al Bilancio Cinzia Fontana —: i fattori possono essere l’incremento del numero dei contribuenti, dovuto al fatto che c’è più gente che lavora e dunque più persone che pagano l’addizionale, o l’aumento del redditto. Stiamo vedendo un tendenziale aumento dell’entrata dell’addizionale comunale, cominciato già dal 2021 e proseguito nel 2022 e poi nel 2023. Chiaramente andrà analizzato nel dettaglio l’ultimo anno, in quanto non abbiamo ancora i dati Istat. In termini generali, possiamo confermare che Crema ha un buon reddito pro capite».
Nel caso dell’addizionale comunale Irpef, però, va tenuto conto che la statistica non riguarda tutti i 25.665 residenti sopra i 18 anni. C’è una larga fascia di cremaschi che non paga la principale tassa locale, essendo esente. Persone che ne hanno pieno diritto, rientrando nella soglia di esenzione dei 18mila euro di reddito e dunque non tenute a versare l’addizionale comunale sull’Irpef, pari allo 0,8. Una misura che l’amministrazione di Fabio Bergamaschi ha confermato anche per quest’anno, a protezione delle fasce più deboli della popolazione.
Secondo i dati forniti dal vicesindaco Fontana, in totale sono stati esonerati quasi 11mila residenti. Il numero più alto di esenti viene registrato tra i lavoratori dipendenti, con 5.606 su 13.897. Seguono i pensionati, con 3.878 su 9.230, con una percentuale lievemente più alta, che arriva al 42%. Ma è la quasi totalità delle persone disoccupate e dei soggetti svantaggiati, ovviamente, a beneficiare del paracadute fiscale previsto dall’amministrazione cittadina. Nella statistica fornita dagli uffici di piazza del Duomo, vengono ricompresi nella categoria «altro». Ed è il 92% di questi 462 residenti a non pagare l’addizionale. Un po’ a sorpresa, il 40% di esenzione viene registrato tra i titolari di imprese. Sono oltre un centinaio, infatti, quelli che non superano il reddito di 18mila euro annui e dunque rientrano nella fascia protetta.
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