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Docenti di sostegno: sette su dieci precari

Gli studenti certificati in tutti gli istituti della provincia sono 2.553. Sono seguiti da 1.340 i professori, gli specializzati sono soltanto 911

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

14 Marzo 2024 - 05:10

Docenti di sostegno: sette su dieci precari

CREMONA - AAA, insegnanti di sostegno cercansi disperatamente. I dati parlano chiaro. A fronte di 2.553 studenti certificati sul territorio, i docenti di sostegno sono 1.340. Ma di questi il 68% non ha la specializzazione, per un totale di 911 docenti, il che vuol dire che la stragrande maggioranza viene reclutata fra professori nelle graduatorie legate alle diverse classi di concorso.

I dati forniti dall’Ufficio Scolastico Territoriale cremonese mettono in evidenza che solo una piccola percentuale di chi fa il maestro o docente di sostegno ha la specializzazione: il 17% all’infanzia, il 23,1% alla primaria, il 29% alle medie e il 52% alle superiori. Dati questi che si riflettono anche sui posti per il ruolo di sostegno in Lombardia messi a concorso: 440 per l’infanzia, ma i candidati sono solo 14, 4.111 per le primarie con 171 aspiranti, 2019 alle medie con 530 candidati e — paradossalmente — soli 122 posti a ruolo alle superiori contro 1.434 candidati.

Tutto ciò dice della complessità dell’universo sostegno che viene a influire sulla fascia più debole della popolazione. «Presso il comprensivo Cremona 1 sono presenti 81 disabili di cui due alla scuola dell’infanzia, 45 alle scuole primarie e 34 alla Campi — spiega Maria Giovanna Manzia —. I docenti di sostegno assegnati dall’Ufficio scolastico territoriale sono: uno alla scuola dell’infanzia, 24 alla scuola primaria e 20 alla scuola secondaria di primo grado. A fronte di queste risorse abbiamo attivato tutta una serie di progetti e sperimentazioni come l’Educativa di plesso che in sinergia con l’assessorato ai servizi sociali e le cooperative abbiamo lavorato a un sistema di sostegno sia a livello individuale che di piccoli gruppi con esperienze laboratoriali. Il progetto Aut In Cremona, piuttosto che quello Open Spa vedono il nostro istituto lavorare in sinergia con gli enti del territorio e offrire servizi a livello, cui si affiancano una serie di altre attività: Indipote(DN)s, CR Wave o FacilitiAMO volti a offrire supporti didattici e di prevenzione alla dispersione scolastica».

Fra gli istituti che hanno fatto dell’inclusività un tratto determinante c’è l’Einaudi in cui a fronte di 64 docenti di sostegno, 24 hanno la specializzazione e 40 sono a tempo determinato, senza specializzazione: «La situazione muta di anno in anno, in base anche ai numeri di ragazzi certificati — spiega la preside Nicoletta Ferrari —. L’aspetto importante è che molti dei docenti non di ruolo, ma su sostegno, ogni anno richiedono il nostro istituto, questo ci permette, molte volte, di confermare la continuità didattica e fare in modo che i ragazzi che hanno bisogno di sostegno non cambino punto di riferimento. Ciò che mi preme sottolineare è come l’insegnante di sostegno sia un insegnate sull’intera classe e come le attività vengano condivise, le esperienze laboratoriali coinvolgano sia normodotati che studenti certificati. Inoltre poniamo attenzione a fare in modo che i docenti possano lavorare su discipline che conoscono. Ed anche le esperienze di stage coinvolgono tutti, anche grazie alla rete che abbiamo attivato sul territorio e le collaborazioni con realtà come Lae o Agropolis, per fare solo due esempi. Nei periodi di esperienze fuori dall’aula i docenti di sostegno seguono i ragazzi e li affiancano».

L’istituto Stradivari, nelle sue diverse articolazioni, ha nell’inclusività e nell’esperienza espressiva (moda, musicale, artistico e liuteria) i suoi punti di forza, come osserva Marco Serfogli, responsabile dell’area sostegno per il liceo artistico: «All’artistico abbiamo circa 25 studenti certificati, uno per classe, i docenti di sostegno sono 13 di cui 9 specializzati — spiega —. Il lavoro di team è forte in tutte le articolazioni della scuola, questo grazie anche all’attenzione e disponibilità del preside Daniele Pitturelli. Lo spirito che ci muove è quello di far condividere l’esperienza scolastica ai ragazzi certificati nella sua interezza, senza provarci della possibilità di mettere in atto percorsi individualizzati, a seconda delle esigenze dei singoli ragazzi. Ad esempio, per aiutare i ragazzi con autismo abbiamo realizzato l’aula blu, ottenendo esiti più che positivi. Tutto ciò si completa con una sorta di azione di formazione permanente dei vari docenti, in modo tale da offrire interventi metodologicamente incisivi».

Chiara D’Aureli spiega come «l’attività di team e il rapporto con le famiglie siano centrali e che la capacità di lavorare insieme fra docenti di sostegno e di materia, unite alla consapevolezza che la presa in carico del docente di sostegno non sia solo del singolo, ma abbia un valore all’interno della classe, rendono le azioni di intervento e aiuto il più corali possibili con risultati concreti nell’ottica dell’inclusione».

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