L'ANALISI
11 Marzo 2024 - 05:30
CREMONA - Hanno raggiunto quota 3.500 euro al metro quadrato (per il nuovo o ristrutturato) i prezzi medi per comprare casa in centro storico a Cremona. Una cifra importante, ma chiaramente si può andare anche oltre, soprattutto per gli immobili di prestigio e in posizione privilegiata. Lo conferma il presidente provinciale Fiaip (la Federazione italiana agenti immobiliari professionisti), Claudio Villa. «Nell’ultimo anno, stimare un aumento del 5% dei prezzi di vendita delle case in città e provincia ritengo sia un dato assolutamente realistico. Soprattutto per quanto riguarda immobili in centro in posizione favorevole». Entrando nel dettaglio, Villa aggiunge: «Ci sono prezzi minimi che sono riferiti alle case più datate: in città di edifici costruiti negli anni Sessanta ce ne sono parecchi, e una volta acquistati andrebbero ristrutturati e messi a norma. Poi ci sono numerosi immobili di pregio, o comunque più recenti, in città come in tutto il resto del territorio provinciale, che hanno, ovviamente, valori molto più alti. A Cremona il centro storico è ben oltre i 3.500 euro al metro quadrato. Poi non dimentichiamo che l’aumento dei tassi di interesse, per chi accede ad un mutuo, quando riesce ad ottenerlo, mette in difficoltà le famiglie. Non per nulla in questo momento di incertezza le persone si proiettano sull’affitto, che inizia a scarseggiare per la forte richiesta».
L’analisi di Fiaip spazia su tutto il territorio provinciale e parte, innanzitutto, dai numeri nazionali. «Il nostro centro studi – spiegano dalla Federazione – analizza i trend dell’economia immobiliare, svolge attività di monitoraggio dell’andamento del mercato immobiliare italiano, residenziale e non. Attraverso alcune rilevazioni, realizza annualmente report urbani e turistici, oltre ad elaborare circolari interpretative sulle principali normative di interesse per il real estate».
La nota congiunturale, le previsioni del mercato immobiliare e le tendenze per il settore sono al centro dell’attività svolta dal Centro studi, che elabora anche sondaggi specifici sulle materie di interesse per gli agenti immobiliari e le imprese del settore.
«Anche nel 2023 il settore immobiliare si è confermato, in modo inequivocabile, il comparto con il più elevato coefficiente di attivazione della vita economica, sociale ed occupazionale del sistema Paese – sottolinea il presidente nazionale Fiaip, Gian Battista Baccarini – e ciò perché, se, da una parte, è vero che si è registrata una flessione del numero delle compravendite residenziali di circa il 10% rispetto al 2022, dall’altra, i numeri rimangono ancora molto elevati attestandosi intorno alle circa 700.000 in ambito abitativo, livelli che, al netto dei due anni post pandemia (2021 e 2022), non si raggiungevano da oltre quindici anni. D’altra parte le ripercussioni sul mercato immobiliare italiano sono state inevitabili in virtù delle innumerevoli criticità che si sono susseguite (aumento tassi di interesse, caro vita, eccetera ), ma il dato sicuramente più interessante del 2023 è la conferma, per il secondo anno consecutivo, dell’ aumento del numero di compravendite di seconde case (+1,5% rispetto al 2022)».
Per l’anno in corso in Fiaip sono ottimisti, come sottolinea Walter Poledri, delegato dell’osservatorio provinciale della federazione, che analizza in particolare la situazione del mercato di Crema e del Cremasco.
«Dopo una prima parte del 2022 contraddistinta da una effervescenza dal punto di vista delle transazioni immobiliari, dal secondo semestre, l’aumento dei tassi d’interesse sui mutui e la paura -infondata, almeno nel breve periodo - legata al presunto obbligo di efficientamento energetico imposto dalla Comunità Europea per gli immobili più energivori, hanno portato, anche nel 2023, ad una notevole contrazione del numero di atti di vendita. Questo fenomeno, però, non ha riguardato in modo paritario tutte le tipologie di immobili. Il settore dell’high target ha garantito comunque buone performance. Purtroppo, questo segmento è riferibile solo al 10/15% del totale. In tale situazione di mercato vi è stato un notevole incremento di richieste di immobili in locazione che, vista la scarsa disponibilità presente, ha portato ad un inevitabile aumento dei prezzi. Per quest’anno, invece, considerate le indicazioni provenienti dall’ultimo periodo, riguardanti una riduzione dei tassi di interesse bancari, si può presupporre che vi possa essere un nuovo incremento delle richieste d’acquisto».
Della situazione e delle prospettive di Casalmaggiore e Casalasco si occupa, invece, Andrea Visioli, vicepresidente provinciale di Fiaip. «Il mercato immobiliare di Casalmaggiore è indirizzato al 70% sugli immobili in affitto. Vista la carenza, l’utenza si sta orientando lentamente verso l’acquisto, pur soffrendo delle limitazioni della disponibilità bancaria ad erogare mutui. Coloro che erano già borderline prima dell’innalzamento dei tassi, ad oggi è ovvio siano in seria difficoltà ad accedere al credito. Qualcosa sta migliorando grazie alle agevolazioni per i mutui degli under 36, che permettono di rilanciare leggermente il mercato degli appartamenti come numero progressivo di compravendite, tuttavia generando un deprezzamento degli stessi immobili compravenduti, al fine di permettere agli acquirenti di accedere ad un credito che resta comunque basso per erogazioni».
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