L'ANALISI
10 Marzo 2024 - 05:15
CASALMAGGIORE - «Non era un padre tradizionale. Non sapeva cuocere un uovo, ma era un uomo a suo modo esemplare, capace di fare politica senza appartenere a un partito. Nell’infanzia non lo abbiamo capito, lo abbiamo compreso dopo». Così si è espresso ieri pomeriggio in Auditorium Santa Croce Carlo Federico Rotelli, figlio di Franco Rotelli, lo psichiatra, in occasione della inaugurazione della mostra ‘Leros, il mio viaggio’ della fotografa Antonella Pizzamiglio. Un reportage molto duro che documenta le condizioni del manicomio dell’isola greca alla fine degli anni Ottanta. Una serie di immagini che servirono a Rotelli e al movimento che ne sosteneva le tesi a far chiudere quella struttura e a far conquistare condizioni di dignità a chi vi era internato.
Ad aprire la serata è stato il sindaco Filippo Bongiovanni: «Ho conosciuto il professor Rotelli nel 2018, al bar Centrale, a un incontro. Prima avevo visto la mostra di Antonella a Martignana e mi aveva molto colpito. Sono orgoglioso e grato di averlo conosciuto. Penso che chiunque, da giovane, voglia cambiare il mondo. Ebbene Rotelli e Antonella lo hanno fatto per davvero. Per questo, a un anno di distanza dalla scomparsa del professore, che nacque qui e che volle essere sepolto qui, abbiamo deciso di organizzare una serie di iniziative fino al 7 aprile per onorarne la memoria».
Carlo Federico ha parlato del papà come di un uomo «serio e silenzioso, capace di profondersi in dibattiti anche feroci per arrivare ad abbattere l’istituzione psichiatrica più infame, il manicomio. Da piccoli non ci rendevamo conto che stavamo partecipando ad un momento epocale».
Pizzamiglio si è emozionata nel parlare di quel servizio a Leros: «Inscenammo una farsa per entrare. Io ho rischiato la vita e la galera ma attraverso le foto a colori di quel lager, che in origine conteneva 4mila persone e 1500 quando entrai, si arrivò alla sua chiusura». Davvero una rivoluzione per l’epoca.
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