L'ANALISI
08 Marzo 2024 - 20:43
CREMONA - È un applauso lungo e prolungato quello che scatta alla fine di ‘C’è ancora un domani’ di Paola Cortellesi che al CineChaplin ha chiuso la mattinata organizzata dai sindacati Cgil, Uil e Cisl, ‘Donne al lavoro’ che ha visto coinvolti studenti dei Aselli e Torriani, in occasione dell’8 marzo.
Storia e presente si coniugano nel bianconero del film di Cortellesi in quella fila con documento alla mano che nel 1946 porta le donne italiane a votare per la prima volta. In quel voto c’è la consapevolezza di un nuovo mondo possibile e di nuovi diritti da acquisire e conquistare. Maria Teresa Perin della Cgil ha sottolineato come ancora una donna su cinque si ritrovi a dover uscire dal mondo del lavoro a seguito della nascita di un figlio: il 52% per esigenze di conciliazioni e il 19% a seguito di considerazioni economiche. Il partime indotto riguarda tre milioni di donne su 9milioni di lavoratrici.
A rappresentare i sindacati c’erano inoltre Patrizia Rancati della Cisl, Oreste Pegno della Uil, Germano Denti di Uilm. A portare la voce dell’amministrazione è stata Rosita Viola, assessore al Welfare che ha sottolineato l’importanza delle figure femminili negli snodi della storia. Ma è spettato, poi, a Chiara Mussida, professoressa associata in Politica Economica dell’Università Cattolica ad analizzare il gap di genere sia in termini di occupazione che di retribuzioni. Il gap per quanto riguarda il tasso di genere si attesta per la provincia di Cremona al 18% nel 2022, in aumento rispetto al 16,2% dell’anno precedente. Un dato su cui riflettere.
Sono stati i ragazzi, stuzzicati da Elisabetta Larini, direttrice dello Ial, a dire la loro sul film e sul rito dell’8 marzo. Salvatore Salute dice: «Un film che mi ha fatto riflettere e che mi ha raccontato una realtà che non appartiene solo al passato». Elisa Bergamaschi ha riportato la storia della protagonista del film alle disparità che ancora caratterizzano molte situazioni, non solo lavorative. Rey Capuzzi ha apprezzato il dialogo alla distanza fra film e dati sulla realtà delle donne nel mondo del lavoro. Paolo Villa, docente del Torriani, si è rifatto agli articoli della Costituzione: articolo 3 e 37 su parità di genere ed equità retribuire per limitarsi a sottolineare «come nella Costituzione siano già iscritti i principi capaci di regolare eque opportunità fra uomini e donne».
Claudia Comitti Berè ha detto: «Bisognerebbe fare più incontri come questi e non solo in occasione dell’8 marzo. C’è bisogno di lavorare sull’uguaglianza». Sofia Scrigna concorda nell’importanza di continuare a riflettere, ma anche agire per cambiare le cose. Rossella Zelioli, docente dell’Aselli, non ha dubbi: «Diritti legittimi, ma, in parte, ancora da consolidare. Non bisogna abbassare la guardia e lavorare insieme». Nicolò Biazzi non esita a dire: «La parità di genere si realizza cercando di capire le differenze e di incontrare le diversità senza pregiudizi. Non è sempre facile». Ma la giornata dell’8 marzo è proceduta con le finestre di palazzo Comunale illuminate di giallo e la campagna ‘8 marzo, tre donne e tre strade a cura del Comune e di Rete Donne Cremona.
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