L'ANALISI
06 Marzo 2024 - 05:10
Mario Riccio e il tribunale di Cremona
CASALMAGGIORE - «Accostare l’appello del medico all’Olocausto e al noto programma nazista», definire il camice bianco ‘carnefice’ «si traducono in una offesa gratuita ed ingiusta alla reputazione del professionista, vieppiù aggravata dal fatto che il medico all’epoca gestiva quotidianamente la vita dei pazienti nelle vesti di anestesista/rianimatore ed ogni ombra di sospetto di imperizia gettata nei suoi confronti creava negli utenti del servizio pubblico timore e sfiducia nei confronti del professionista e, di riflesso, evidente imbarazzo da parte di questi nell’esercizio della professione».
Lo scrive il giudice nelle 11 pagine di motivazione della sentenza di condanna a 1000 euro di multa per Giovanni Poli e Gianfranco Salvatore, a gennaio del 2019 assessori rispettivamente al Bilancio e alle Politiche sociali, accusati di aver diffamato il medico Mario Riccio, all’epoca responsabile della struttura semplice dipartimentale di anestesia e rianimazione dell’Oglio Po. Quale consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni e membro della Consulta di Biotetica, Riccio, anestesista noto per aver staccato la spina Piergiorgio Welby, disse la sua sulla modifica del disegno di legge sul testamento biologico.
La modifica prevedeva che le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) dovessero essere depositate nel comune di nascita anziché in quello di residenza. Il 26 gennaio, sui mass media parlò di «un tentativo di sabotaggio del testamento biologico» e annunciò un’azione di «obbedienza civile». «Preannuncio fin d’ora che rispetterò le volontà dei pazienti contenute in qualsiasi documento che riterrò essere formalmente valido al di là del suo deposito presso un ufficio di Stato civile. Sono convinto che tanti medici saranno con me in questa azione contro il sabotaggio di diritti duramente conquistati».
Gli assessori Poli e Salvatore lo attaccarono duramente su un web. «Obbedienza civile? La morte per compassione stia lontana dall’Oglio Po… abbiamo trovato non casuale e sinistro il fatto che essa (la dichiarazione, ndr) sia stata rilasciata nell’immediata ricorrenza del Giorno della Memoria. Come non associare questa dichiarazione con il tristemente famoso programma t4… Ecco che un medico, anziché farsi prossimo in fedeltà al giuramento di Ippocrate, si offre di diventarne carnefice».
Nella motivazione della sentenza con cui ha condannato Poli e Salvatore a risarcire con una provvisionale di 10mila euro Riccio, parte civile con l’avvocato Paolo Antonini, il giudice parla di un «attacco gratuito e ingiustificato alla reputazione del medico». Gli ex assessori «non hanno nemmeno dato prova di aver frainteso il suo intendimento che era semplicemente quello di manifestare contro una iniziativa legislativa che, a suo dire, a ragione o torto, avrebbe reso più difficile al disponente manifestare la propria volontà presso il Comune di nascita piuttosto che quello di residenza», perché ancora al processo Poli e Salvatore «non hanno smorzato i toni» ed anzi spiegando le loro «posizioni critiche completamente avulse dal contesto dell’appello del dottor Riccio al quale, di fatto, gli imputati hanno rimproverato la sua militanza a favore del cd suicidio assistito sebbene la loro legittima e difforme opinione avesse già trovato bilanciamento da data anteriore all’appello del medico nei principi espressi dalla Corte Costituzionale e dalla Cedu, senza contare che l’adesione alla Dat, oltre che obbligatoria per il medico, costituisce garanzia di sopravvivenza del paziente che abbia manifestato anticipatamente il proprio consenso a determinate terapie indispensabili a tal fine».
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