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L'INTERVISTA

L'autista soccorritore del 118: «Mi sembrava di avere in braccio mia figlia»

Andrea Gatti, 34enne, ha tenuto al caldo il neonato in attesa del trasferimento sull'elicottero: «E' stato un intervento particolare proprio per la presenza del bimbo. All'inizio non piangeva, poi ha iniziato ad avere reazioni. E' stato un lavoro di squadra»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

04 Marzo 2024 - 16:28

L'autista soccorritore del 118: «Mi sembrava d’avere in braccio mia figlia»

Andrea Gatti

CAORSO - L’immagine che ritrae l’autista soccorritore del 118 di Piacenza mentre accudisce il piccolo ferito in A21 (scattata dai Vigili del fuoco) ha fatto il giro d’Italia commuovendo tutti: è il 34enne Andrea Gatti, di Rivergaro. «Sono diventato papà da poco e mi sembrava quasi di tenere in braccio mia figlia – racconta –. É stato un intervento particolare proprio per la presenza del bimbo di due o tre mesi, ma in questi casi è fondamentale non lasciarsi prendere né dal panico né dalla troppa emozione. Inizialmente non piangeva e pensavamo fosse un brutto segno, poi ha iniziato ad avere reazioni. La cosa fondamentale è stata tenerlo al caldo, viste le basse temperature. È stato un lavoro di squadra. Non dimenticherò la voce del papà del bambino, che non ha mai lasciato la mano della moglie e che continuava a chiederci dove fosse il figlio. Spero si riprendano tutti e spero anche di rivederli».

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Il soccorritore Andrea Gatti con il neonato in braccio

Prima di Gatti, a prendere in braccio il piccolo accertando le sue condizioni di salute è stato l’altro componente dell’equipaggio, l’infermiere Enrico Lucenti: «Quando siamo arrivati il neonato era già stato portato su una vettura al caldo, da alcuni automobilisti che si erano fermati – spiega –. Solitamente è sconsigliato spostare un ferito, perché non si conoscono i traumi riportati e si potrebbe peggiorare la situazione, ma i tre erano stati sbalzati all’esterno dell’auto e per un bimbo di pochi mesi l’ipotermia è il rischio maggiore. Quindi tenerlo al caldo è stato corretto. Sapevamo già che c’era un neonato coinvolto, così sono subito andato a prenderlo e l’ho portato in ambulanza. Aveva ferite al volto, ho controllato il respiro e il polso. In A21 c’era un anestesista di passaggio ed è rimasto lui col bambino, mentre io sono andato ad occuparmi dei genitori».

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L’infermiere Enrico Lucenti

Stefano Nani, dirigente delle Professioni sanitarie Area emergenza di Piacenza, aggiunge: «Quanto accaduto domenica in autostrada ha messo in luce ancora una volta la capacità del sistema 118 di gestire un intervento complesso, reso ancora più delicato dalla presenza di un neonato, e di fare squadra. La centrale operativa Parma Ovest, che ha coordinato i soccorsi, ha richiesto l’intervento dell’eliambulanza di Parma, che ha collaborato con i nostri professionisti, con l’equipaggio di Croce Rossa, con i vigili del fuoco, la polizia stradale e l’elisoccorso di Brescia».

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