L'ANALISI
28 Febbraio 2024 - 05:15
CASALMAGGIORE - Tanti altri avevano rifiutato di aiutarlo, ma non il maestro Alfonso Ventura, guida del Karate Bushido, cintura nera sesto Dan. È stato così che, all’insegna della massima inclusione, un bambino autistico di 7 anni, qualche tempo fa, ha potuto praticare per un anno intero attività sportiva in una atmosfera di piena inclusione e accettazione, con benefici palpabili che hanno confortato parecchio anche i genitori.
Ventura ha accolto il giovanissimo tra coloro che facevano allenamento grazie ad una speciale qualifica: «Sono stato a Roma e ho frequentato tramite la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali un corso della Fisdir, la ‘Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali’». Si tratta della Federazione cui il Cip (Comitato Italiano Paralimpico) ha demandato la gestione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’attività sportiva per gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale. Ventura, che ha acquisito il diploma, con tante competenze.
«A un certo punto si è presentata da me una mamma con suo figlio chiedendo se avrebbe potuto inserirlo nelle nostre attività. In altre palestre aveva ricevuto dei ‘no’, per la difficoltà di gestione del figlio. Ci mancherebbe altro, ho risposto. Possiamo farlo, se anche lei si impegna ad allenarsi insieme a lui. L’ho invitata a fermarsi, a togliersi le scarpe e a iniziare il percorso di attività motoria con noi, alla palestra Marconi. E così ha fatto. Il bambino, per le sue caratteristiche, era un po’ difficile da controllare, perché tendeva a sfuggire al controllo e a correre a destra e sinistra, ma con la mamma vicina le cose sono andate bene. Alla fine, per motivi di lavoro dei genitori, hanno dovuto smettere qui. Ma è stata una esperienza che ha dato più a me che al bambino. E anche gli altri bambini sono stati di grande aiuto, tutti davano una mano perché il loro compagno stesse bene».
Ventura è impegnato direttamente anche alla Meraki con giovani atleti due pomeriggi a settimana, insieme all’educatore Bryan Zanini, pure cintura nera. «Sono tre cinture marroni, una arancione e una gialla – spiega Ventura – e sono decisamente bravi, a dispetto delle loro fragilità. Con loro abbiamo vinto diverse medaglie in competizioni. La prossima sarà a Gerenzano, in provincia di Varese». I ragazzi si cimentano nel Kata, una serie di movimenti codificati che rappresentano varie tecniche di combattimento. E basta osservarli qualche attimo per vedere con quanta dedizione e passione si cimentano nella pratica sportiva.
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