L'ANALISI
27 Febbraio 2024 - 05:30
CREMONA - Il nuovo nemico della salute dei cremonesi non è un virus pericoloso appena scoperto, quanto piuttosto dottor Google. Sono in continuo aumento le autodiagnosi fatte online, semplicemente digitando due o tre parole chiave, dall’influenza a più complesse patologie. Il passaggio successivo è quello di leggere le prime quattro informazioni che compaiono e fiondarsi in farmacia per curarsi da soli.
I motivi? Non c’è tempo di andare dal medico di base, l’ambulatorio non è ad orari compatibili con il lavoro e gli altri impegni, prendere un appuntamento è impossibile, ci sono troppi pazienti e così via. Ma sovente prevalgono anche altre considerazioni, come il ritenere che esperienze passate valgano per sempre. «Non è affatto detto, i virus cambiano e con essi i farmaci più indicati per curarli. Altro esempio, se tre anni prima si è preso un antibiotico per curare un’infezione batterica su prescrizione medica e oggi si hanno sintomi simili non è affatto detto che si tratti dello stesso problema – ricorda Rosanna Galli, presidente provinciale di Federfarma –: bisogna sempre affidarsi al curante, lo ribadiamo ogni volta ai nostri clienti, antibiotici senza ricette ovviamente non ne diamo, così come altri prodotti per i quali è obbligatoria la prescrizione, ma facciamo lo stesso per molti altri farmaci. A esclusione di quelli più comuni, definiti da banco, per i quali forniamo comunque una serie di raccomandazioni, bisogna evitare di prescriversi da soli cure e soluzioni. Altrimenti si rischia di incorrere nell’effetto contrario, si può anche peggiorare la propria condizione di salute».
C’è chi pensa che con un paio di minuti al computer o con smartphone possano risolvere tutto. Ovviamente il motore di ricerca fa il suo lavoro, il problema è che poi il 99% degli utenti non ha ovviamente le conoscenze per poter discernere tra decine se non centinaia di siti che offrono diagnosi, cure e rimedi. Si va da quelli chimici, a quelli naturali, senza dimenticare quelli più o meno fantasiosi. E allora finisce che sempre più persone vadano in farmacia chiedendo farmaci che si sono auto prescritti dopo essersi, ovviamente, fatte la diagnosi da sole. Non è una novità, il problema è sempre esistito.
Negli ultimi tempi, però, sembra essersi decisamente acuito. «Notiamo anche noi questo aumento di casi – prosegue Galli – soprattutto tra le persone più giovani o comunque tra gli adulti in età lavorativa. C’è chi ha fretta, chi non ha tempo di aspettare in ambulatorio e nemmeno di prendere un appuntamento. Poi, certo, influisce anche la carenza di medici di base. In tanti purtroppo non consultano il medico e non ritengono necessario nemmeno il nostro consiglio del farmacista. Usano internet o si basano su consigli di amici e parenti. Spesso i clienti chiedono farmaci per i quali non è necessaria la ricetta, ma ciò non significa che vadano assunti con leggerezza e senza consultare un esperto. Fanno parziale eccezione gli anziani. Sono meno a rischio, da questo punto di vista, avendo il tempo per farsi visitare dal medico».
Gli esempi di come anche farmaci da banco possano risultare dannosi se assunti ‘a caso’, sono molteplici. Abusare di antinfiammatori per un tempo prolungato senza preoccuparsi di prendere anche gastroprotettori. Con i bambini c’è sicuramente più attenzione, i genitori si affidano quasi sempre al pediatra, ma non mancano le eccezioni, soprattutto per quanto riguarda il ripetersi della cattiva abitudine di utilizzare un farmaco già prescritto in passato, quando il figlio sembra ripresentare il medesimo problema di salute.
L’invito ad evitare la medicina ‘fai da te’, arriva ovviamente anche dall’Ordine dei medici e chirurghi della provincia, tramite il presidente Gianfranco Lima. «La visita o almeno il consulto del curante ed eventualmente dello specialista è sempre raccomandato e da preferire, prima di prendere ogni tipo di decisione in riguardo alla propria salute». Per chi proprio non può fare a meno di ‘googolare’, l’invito è quello di passare sempre dal portale della Federazione nazionale dei medici e odontoiatri.
«Al suo interno – prosegue Lima – c’è un link al sito dottoremaeveroche.it che può fornire un prezioso aiuto per valutare tutto ciò che rientra nella cosiddetta informazione sanitaria. Nei contenuti ci sono pagine di chiarimenti che rispondo già a decine di domande legate alla salute, redatte da esperti, quindi assolutamente affidabili». Un ampio settore è anche dedicato a come valutare l’attendibilità o meno di un sito di informazione medico scientifica. Si forniscono indicazioni e anche un questionario che assegna punteggi in base ai contenuti, alla pubblicazione delle fonti, agli aggiornamenti e alla trasparenza. In due parole, un aiuto alla navigazione consapevole. Da non trascurare, infine, la tutela dell’utenza.
«Un sito di buona qualità dichiara le modalità di gestione dei dati personali e di quelli sensibili e il tipo di trattamento a cui sono sottoposti – chiariscono gli esperti della Federazione – tali dati devono essere mantenuti confidenziali e riservati». Inoltre, sono molteplici gli esempi che sfatano tutta una serie di miti e leggende metropolitane sui rimedi fai da te e insieme forniscono risposte utili a fugare tanti dubbi. Al di là della scontata raccomandazione a presentarsi dal medico di base in caso di problemi di salute o perlomeno a parlarne con lui prima di assumere farmaci, Lima e in generale l’ordine professionale, raccomandano attenzione a come ci si muove nel mare magnum del web che spesso porta l’utente ad affidarsi a informazioni di dubbia provenienza e soprattutto di scarsa, per non dire nulla, attendibilità scientifica.
Un modus operandi che vale per la salute, ma è da applicarsi in qualunque altra ricerca sul web. «Qualunque sia il motivo per cui ci si reca dal medico è importante porre le giuste domande – ricordano gli esperti del portale –: non bisogna avere fretta e lasciare anche al professionista il tempo di pensare e di orientarsi sulla persona che gli sta di fronte, specie se non la conosce. L’approccio del paziente può influenzare il comportamento del medico, e viceversa, perché l’atto medico è innanzitutto una relazione. Per tale ragione è importante partire dalle domande. Oggi sempre più spesso il paziente, prima di recarsi dal medico di famiglia o dallo specialista, cerca le risposte alle sue domande online o da amici e conoscenti e quindi può avere un’idea sbagliata della sua malattia e dei suoi disturbi. In alcuni casi, poi, l’eccesso di informazioni, non certificate e spesso non corrette, può indurre in lui la sensazione di conoscere l’argomento».
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