L'ANALISI
24 Febbraio 2024 - 05:20
CREMONA - Delusione e sconcerto, e la sensazione di non essere ascoltati. Gli autoferrotranvieri sul piede di guerra dopo l’ennesimo atto di vandalismo ai danni di mezzi e personale del trasporto pubblico locale. L’episodio di giovedì scorso è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un tredicenne trovato dai controllori senza biglietto, dopo essersi rifiutato di dichiarare le proprie vere generalità, è stato poi riconosciuto e multato. L’episodio, di per sé, sarebbe rientrato nell’assoluta normalità, se non fosse che il ragazzino, una volta sceso dal veicolo in zona Cambonino, ha poi scagliato una grossa pietra contro il vetro dell’autobus successivo, infrangendo parzialmente il finestrino. Un gesto che sarebbe decisamente potuto finire in tragedia.
Da tempo, ormai, i dipendenti del Tpl denunciano apertamente la totale assenza di sicurezza. A descrivere la situazione è Fabrizio Badagnani, segretario della Faisa Cisal, sindacato degli autoferrotranvieri. «La situazione è gravissima - commenta Badagnani -. Negli ultimi tre mesi ci sono stati sei o sette episodi molto gravi, l’ultimo dei quali giovedì e il penultimo avvenuto il mese scorso». Badagnani fa riferimento a un caso che ha fatto scalpore: un laser puntato agli occhi di un conduttore e una vera e propria tragedia sfiorata. «Non solo il laser avrebbe potuto danneggiare la retina del conduttore, togliendogli la vista, ma l’episodio ha messo a rischio l’incolumità dei passeggeri».
Badagnani porta un esempio ‘virtuoso’, che Comune e Prefettura di Cremona dovrebbero, a suo parere, seguire: «Martedì a Piacenza in prefettura c’è stata riunione sulla sicurezza richiesta dalle sigle sindacali. Il prefetto in una settimana ha convocato la riunione, a cui hanno partecipato il prefetto, il questore, i comandanti di Polizia, vigili urbani e Carabinieri e il sindaco di Piacenza. A Piacenza, oltretutto, agli autisti basta premere il bottone di emergenza e in tre minuti arriva una pattuglia. Capiamo che non ci possa essere un agente di polizia su ogni mezzo, ma c’è una via di mezzo».
Le sigle sindacali coinvolte hanno anche lamentato scorrette relazioni sindacali con Arriva, dove nessuna decisione viene mai presa dai funzionari, oltre all’assenza cronica di confronto con il Comune di Cremona, ma anche della Prefettura di Cremona che, per avere un incontro, dopo innumerevoli richieste, ha costretto i sindacati ad attivare le procedure di sciopero della legge 146 sugli scioperi con l’obbligo conseguente previsto dalla legge di ricevere i sindacati in protesta. «Quello che chiediamo è sicurezza – prosegue Badagnani –, sia sui mezzi che all’autostazione. Già due anni fa il comandante della Polizia Locale di Cremona aveva ammesso che l’autostazione non era a norma e il Comune non è mai intervenuto. Sono state fatte solo promesse che non sono state mantenute».
Ogni giorno, transitano dall’autostazione decine e decine di autobus e centinaia di persone che girano a piedi in mezzo agli autobus. Badagnani si chiede preoccupato: «Cosa stiamo aspettando? Che accada una tragedia?». E le speranze sono poche, per una categoria che ogni giorno consente un servizio essenziale per la cittadinanza. «Il nostro – conclude Badagnani – è un servizio sociale molto importante. Abbiamo lavorato durante la pandemia in condizioni estreme. Lavoriamo la sera. Non possiamo lavorare in questo modo, rischiando anche la vita. Sarebbe ora che qualcuno ci desse delle garanzie».
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