L'ANALISI
22 Febbraio 2024 - 16:33
CREMONA - Come influenzano la nostra salute i campi elettromagnetici prodotti dai dispositivi tecnologici che utilizziamo quotidianamente? La risposta a questo interrogativo è stata l'argomento principale di un incontro di grande importanza, tenuto dalla dottoressa Eva Tibaldi, responsabile del Centro di Ricerca Indipendente e Internazionale "Cesare Maltoni" dell'Istituto Ramazzini di Bologna.
Il pubblico di questa importante conferenza era costituito da giovani studenti, una scelta non casuale. I giovani, infatti, crescono in un'epoca in cui l'esposizione ai campi elettromagnetici è una costante, una realtà tanto pervasiva quanto l'aria che respiriamo. Ma cosa significa, in termini concreti, vivere immersi in questa "nuvola elettromagnetica"?
La dottoressa Tibaldi ha iniziato la sua esposizione facendo una distinzione fondamentale nel campo delle radiazioni: quelle ionizzanti, come i raggi X e gamma, e quelle non ionizzanti, come le onde elettromagnetiche e gli ultrasuoni. Queste ultime, a bassa energia, sono le protagoniste indiscusse del nostro quotidiano, dal wifi del nostro router domestico alle antenne che permettono la comunicazione tra i nostri cellulari.
L'Istituto Ramazzini ha dedicato anni di ricerca agli effetti delle esposizioni alle radiofrequenze emesse dagli apparecchi di telefonia mobile. Gli studi condotti hanno dimostrato che le radiofrequenze inducono campi elettrici in grado di penetrare nella scatola cranica, con un impatto maggiore nei bambini, nei quali il passaggio è ancora più facile e potenzialmente dannoso.
Con l'arrivo del 5G, la questione diventa ancora più complessa e urgente. Il problema principale, come evidenziato dall'esperta, riguarda gli effetti combinati di antenne 4G e 5G vicine. "Dobbiamo sempre considerare gli effetti combinati di un fenomeno che studiamo", ha sottolineato l'esperta, "le radiazioni a bassa frequenza poco dannose combinate con altri agenti inquinanti, come ne abbiamo tanti nelle nostre città, possono portare ad effetti devastanti".
Di fronte a questa realtà, la dottoressa ha sottolineato l'importanza di non mettere da parte la tutela della salute per ragioni economiche. Da qui, l'invito ai giovani a fare ricerca e a studiare, a impegnarsi per cercare di capire e trovare soluzioni. Perché la tecnologia è un bene prezioso, ma solo se utilizzata con consapevolezza e responsabilità.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris