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Addio a i Cappuccini dei Sabbioni, i fedeli: «Non ci arrendiamo»

La battaglia prosegue: «Il vescovo vuole l’Unità pastorale con Ombriano, nessuna mossa per trattenere i frati»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

19 Febbraio 2024 - 05:05

Addio a i Cappuccini dei Sabbioni, i fedeli: «Non ci arrendiamo»

CREMA - «La battaglia non finisce qui». I parrocchiani dei Sabbioni non si rassegnano a veder partire i loro frati Cappuccini, presenti nel quartiere dal 1575. La conferma del distacco, che avverrà nel 2026, è stata data nella messa di sabato sera e ha deluso i fedeli, al pari dell’ormai decisa Unità pastorale tra Sabbioni e Ombriano, per molti il vero motivo per il quale i frati se ne andranno. «Per noi la battaglia non è ancora persa – afferma Fiorino Patrini — organizzeremo sicuramente altri momenti di protesta, che presto annunceremo».

A fargli eco è Romana Arpini, portavoce del comitato che la scorsa estate ha raccolto 1.400 firme a favore della permanenza dei frati: «Sicuramente non staremo con le mani in mano. In settimana ci riuniremo per decidere le prossime azioni. Abbiamo capito che l’incontro di giovedì scorso dei nostri frati col vescovo Daniele Gianotti era finalizzata solo a definire l’Unità con Ombriano e non a studiare come trattenere i Cappuccini. Altrimenti che senso avrebbe avuto la presenza dei preti di Ombriano? Adesso vogliamo capire cosa succederà. Di sicuro, tante delle attività che vengono organizzate ai Sabbioni non si faranno più».

Ieri, intanto, il comunicato, firmato dal ministro provinciale dei frati Cappuccini Angelo Borghino e dal vescovo, con la decisione presa è stato reso noto. «La volontà di chiudere nel 2026 – si legge — la comunità dei frati dei Sabbioni, che ha la sua radice nella diminuzione drastica del numero di vocazioni, è motivo di grande dolore sia per i Cappuccini che per la Diocesi. I frati sanno di essere amati dai loro fedeli e stimati e apprezzati dalla Chiesa cremasca. Il vescovo e la Diocesi vedono con sofferenza il venir meno della presenza secolare dei figli di San Francesco d’Assisi. La sofferenza dei parrocchiani dei Sabbioni è anche la nostra».

Detto che soffrire è proprio dei cristiani, il comunicato fa un appello ai fedeli: «Non dobbiamo cedere alla tentazione di affrontare la situazione secondo logiche mondane, non evangeliche. Dobbiamo impegnarci, insieme, a pensare e progettare il futuro della parrocchia, nel cammino della Chiesa diocesana e con il sostegno dei frati Cappuccini, finché la loro presenza sarà possibile. Perché non devono esserci dubbi sul futuro della parrocchia dei Sabbioni: è desiderio di tutti, a partire dal vescovo, che continui a esistere. Del resto, la realizzazione delle Unità pastorali non ha visto la soppressione di alcuna parrocchia».

I Sabbioni si avviano dunque a unirsi a Ombriano, che è poi quello che i parrocchiani non vogliono. «L’Unità pastorale – conclude la nota — anche se a tratti faticosa, si rivela per ogni comunità portatrice di frutti buoni. Occorre, certo, un impegno a cercare un’effettiva comunione. Un impegno richiesto ora sia alla parrocchia dei Sabbioni che a quella di Ombriano. I frati e i preti di Ombriano, con cui ci siamo incontrati, hanno manifestato la volontà di camminare in questa direzione, ma non possono essere lasciati soli».

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Commenti all'articolo

  • fatacco_cr

    19 Febbraio 2024 - 14:26

    La Chiesa sembra agire come una industria indifferente alle richieste dei fedeli. Non sono pochi i fedeli che hanno chiesto di rimanere ma il CdA (ormai si può chiamare così) ha deciso di tirare avanti: speriamo che si ravveda vista la richiesta di rimanere

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