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IL MERCATO DEL LAVORO

Sono tornate le assunzioni, il 2023 ha chiuso a +11,9%

Nel secondo semestre 2.841 posti in più. Crescono le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

18 Febbraio 2024 - 09:11

Sono tornate le assunzioni, il 2023 ha chiuso a +11,9%

CREMONA - Buone notizie sul fronte del lavoro. Il secondo semestre del 2023 conferma la crescita delle assunzioni che si era già riscontrato nei mesi precedenti. Lo dice, in modo inequivocabile, il report dell’Ufficio studi di Cisl-Asse del Po. Questo trend - spiegano gli autori della ricerca - è dovuto alla crescita delle trasformazioni (da tempo determinato a tempo indeterminato), all’aumento delle proroghe (rinnovo dei contratti flessibili) e all’incremento generato dalle nuove assunzioni. Parallelamente, anche le cessazioni sono cresciute.

Secondo il report diffuso nelle scorse ore dalla Cisl, le proroghe sono aumentate del 12% passando 6.699 nello stesso periodo del 2022 ai 7.502 nel 2023; le assunzioni sono aumentate dell’11,9% e dai 23.891 del 2022 ai 26.732 del 2023. Le cessazioni sono cresciute del 10% passando dalle 25.345 del 2022 ai 27.885 del 2023. Infine, le trasformazioni sono incrementate del 26,3% portandosi dai 2.362 del 2022 ai 2.084 nel 2023. I settori nel mercato del lavoro cremonese presentano quanto segue: servizi e commercio hanno avuto un saldo positivo nelle assunzioni pari 19,5%, passando dalle 15.610 nel 2022 alle 18.661 del 2023.

Dino Perboni

Le cessazioni sono aumentate dalle 14.732 del 2022 si è passati alle 16.774 del 2023, con una crescita del 13,9%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta una aumento delle assunzioni pari a +1.887 avviamenti. Le costruzioni, hanno visto una crescita delle assunzioni pari al 4,5%, passando dalle 1.232 nel 2022 alle 1.288 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 5,9% (nel 2023 sono state 1.403 rispetto alle 1.325 del 2022). Il saldo fra assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un calo complessivo degli avviamenti pari a -115 assunzioni.

L’industria ha riscontrato un calo delle assunzioni pari a 2,6%, passando dalle 5.624 del 2022 alle 5.475 del 2023. Le cessazioni sono cresciute del 9,6% e sono passate dalle 5.905 del 2022 alle 6.472 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni del 2023 presenta un’importante calo delle assunzioni pari a -997. Infine, il settore dell’agricoltura, dove si riscontra una diminuzione degli avviamenti pari all’ 8,6%, passando dai 1.422 nel 2022 ai 1.299 assunti del 2023. Le cessazioni sono diminuite del 4,2%, passando dalle 3.359 del 2022 alle 3.217 del 2023. Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna una calo delle assunzioni pari a -1.918.


Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: nell’apprendistato si registra una diminuzione delle assunzioni dell’8,1%, passando dalle 815 del 2022 alle 749 del 2023. Le cessazioni sono passate dalle 511 nel 2022 alle 558 del 2023, con una crescita del 9,2% . Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna un aumento delle assunzioni (+191). Le assunzioni con i contratti a tempo indeterminato sono aumentate del 5,3% passando dalle 4.560 del 2022 alle 4.800 del 2023. Le cessazioni sono passate dalle 5.727 del 2022 alle 6.488 nel 2023, con una crescita del 13,3%.

Il saldo fra assunzioni e cessazioni segna una riduzione delle assunzioni pari a -1.688. Complessivamente, i contratti permanenti hanno registrato un aumento delle assunzioni pari a +3,2 passando dalle 5.375 del 2022 alle 5.549 del 2023; le cessazioni hanno subito una crescita pari al 13,0% passando dalle 6.238 del 2022 alle 7.046 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 segna una perdita di 1.497 assunti. I contratti flessibili presentano una crescita delle assunzioni del 14,4%, passando dalle 18.516 del 2022 alle 21.183 del 2023; le cessazioni sono aumentate del 9,1% passando dalle 19.107 nel 2022 alle 20.839 del 2023. Il saldo delle assunzioni e cessazioni dell’ottobre 2023 segna un + 344 avviamenti.


«Indubbiamente la crescita dell’occupazione è un fatto positivo, ma questa, per essere fattore di crescita e di sviluppo socio-economico consolidato, ha bisogno di essere stabile e duratura e non precaria - spiega Dino Perboni, segretario generale Cisl Asse del Po - . Per questo è necessario una crescita occupazionale con contratti stabili e durevoli che diano continuità occupazionale, in particolare al mondo femminile e a quello giovanile. Per queste ragioni servono investimenti che generino una crescita di qualità e strutturata come quella dei progetti del Pnrr nei settori green e digitale, ma anche nella sanità e socio-sanitario e nelle politiche di inclusione. Inoltre, nell’ambito dei cambiamenti in corso nell’economia, sono sempre più centrali le azioni di orientamento scolastico ed universitario e i collegamenti viabilistici, in primo luogo la realizzazione del sistema ferroviario sia nella dorsale Mi-Cr-Mn e sia nel potenziamento dei collegamenti di Crema con Milano».

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