L'ANALISI
18 Febbraio 2024 - 05:25
Riccardo con il dottor Porcari durante la donazione
CREMONA - In prima fila nella donazione di staminali con ben 6.269 iscritti al registro provinciale, di cui 51% donne e 49% uomini, con 3.054 che sono quelli realmente attivi. I cremonesi fanno appieno la loro parte. Ogni anno dall’elenco in possesso di Ats Val Padana, vengono stralciati i donatori al compimento del 55º compleanno, età non più idonea per motivi sanitari.
Nel tempo l’età all’atto della donazione è sensibilmente diminuita, adesso ci sono anche ragazzi di 20-21 anni che si iscrivono al registro nazionale e si mettono a disposizione. Dei 117 cremonesi donatori attivi, di cui 89 maschi e 28 femmine, la metà ha donato cellule staminali da midollo osseo, fonte ora meno richiesta, l’altro 50% quelle da sangue periferico, oggi la donazione più frequente. Alcuni, dopo le staminali donano, come supporto alla terapia post-trapianto, i linfociti (globuli bianchi) per lo stesso paziente: sono nove i cremonesi che lo hanno fatto. Dieci sono stati poi richiamati per una seconda donazione di cellule staminali da midollo o sangue periferico, da destinare sempre allo stesso paziente.
L’anno scorso sono state portate a termine cinque donazioni di staminali e due di linfociti. In questi primi 50 giorni dell’anno una donazione ha già portato a trapianto un paziente residente all’estero ed è già programmata una nuova donazione di staminali. Il registro donatori della provincia ha sede, dal 1989, al Servizio trasfusionale dell’ospedale.
Si tratta di un polo funzionale della rete nazionale la cui missione è reperire volontari sani disponibili ad offrire in maniera anonima e non retribuita le proprie staminali a favore di pazienti affetti da gravi malattie del sangue.
Gli aspiranti iscritti devono sostenere un colloquio al centro. Poi, nel momento in cui risultano geneticamente compatibili con un paziente in attesa di trapianto di cellule staminali, sia in Italia, sia all’estero, vengono richiamati e sottoposti a una serie di esami ematochimici e strumentali molto approfonditi, per verificarne lo stato di salute.
L’idoneità alla donazione viene valutata da un’équipe medica di esperti.
Il centro trapianti che ha in cura il paziente in attesa di trapianto richiede la fonte di staminali preferita (da midollo osseo o da sangue periferico) sulla base essenzialmente del tipo di malattia e dell’età del paziente. Tocca però al centro donatori valutare la fattibilità della raccolta e l’idoneità o meno del donatore. Per iscriversi al registro bisogna essere maggiorenni e non avere più di 36 anni. L’aspirante donatore deve essere sano e non affetto da malattie croniche importanti e pesare almeno 50 chili. Ci sono una serie di caratteristiche richieste dalla legge trasfusionale italiana per la donazione di sangue ed emocomponenti.
Se il candidato donatore soddisfa a tutte le regole del reclutamento, viene caratterizzato (tipizzato) per gli antigeni HLA (una porzione del sistema genetico) con un piccolo prelievo di sangue. I suoi dati genetici vengono trasferiti al registro nazionale e tramite esso al registro internazionale.
Al centro cittadino vengono inoltre delegate le donazioni di quello competente per la provincia di Mantova, che ha sede al centro trasfusionale dell’ospedale Carlo Poma.
Qualora un donatore del registro mantovano risultasse compatibile ad un paziente viene quindi trasferito in quello cremonese fino a donazione avvenuta.
«La maggior parte dei donatori di cellule staminali sono anche donatori Avis, caratteristica importante nella realtà cremonese, auspicata anche a livello nazionale e regionale – sottolinea il responsabile del centro cittadino, Massimiliano Viti –: infatti non solo queste persone hanno le caratteristiche di idoneità fisica richieste anche per la donazione di cellule staminali, ma hanno già maturato la consapevolezza dell’importanza della scelta quale atto di profondo senso civico e solidaristico». Al suo fianco, come referente e coordinatrice c’è la collega Ilaria Colombini.
Su tutto il territorio Nazionale ci sono associazioni di volontariato che supportano il Registro italiano di donatori di cellule staminali, mediante propaganda e informazione. In città Admo collabora attivamente inviando gli aspiranti donatori al servizio trasfusionale e organizzando iniziative.
Essere donatori di cellule staminali significa mettere a disposizione volontariamente, gratuitamente ed in maniera anonima le proprie cellule staminali emopoietiche per trapianto, a favore di pazienti affetti da gravi malattie del sangue. Le staminali emopoietiche sono cellule primitive, che si riproducono velocemente e generano i vari tipi di cellule del sangue (globuli rossi, piastrine, globuli bianchi). Possono essere raccolte o dal midollo osseo o, dopo stimolazione con particolari sostanze, dal sangue periferico, oppure ancora dal sangue del cordone ombelicale.
Il trapianto è una delle terapie più utili nella cura di molte malattie maligne del sangue, come leucemie e linfomi, o ereditarie come l’anemia mediterranea. Consiste nella sostituzione di un midollo osseo malato con cellule staminali sane in grado di rigenerare tutte le cellule del sangue.
Si compone di due fasi: nella prima si distruggono le cellule midollari malate del paziente con chemioterapia e/o radiazioni. Nella seconda si ricostituisce il sangue midollare del paziente, tramite trapianto delle cellule staminali prelevate dal donatore. Per il trapianto è necessario che donatore e ricevente siano compatibili per un sistema genetico detto ‘Hla’, estremamente variabile da individuo a individuo.
Per questo motivo inizialmente (oltre 20 anni fa) i trapianti di Staminali venivano eseguiti esclusivamente tra fratelli compatibili. Tuttavia, l’80% dei malati non disponeva di un donatore all'interno della famiglia. Ciò ha spinto a cercare il donatore al di fuori dell’ambito familiare, ovviamente con una probabilità inferiore di trovarne uno che sia compatibile. Si calcola infatti che ci vogliano circa 100.000 persone non imparentate per avere un soggetto idoneo. Evidente come per dare speranza ai malati sia fondamentale aumentare il numero dei potenziali donatori.
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