L'ANALISI
16 Febbraio 2024 - 18:34
CREMA - Le riprese della delle telecamere comunali e non, che si trovano all’esterno del centro culturale Sant’Agostino, potrebbero rivelarsi decisive nelle indagini. Quelle condotte dagli agenti della polizia, a caccia di indizi, per risalire agli autori del furto al museo civico. Un colpo messo a segno nella notte tra mercoledì e giovedì, che ha fruttato circa 600 euro in contanti, rubati dalla cassa del Caffè del museo, oltre a causare alcuni danni, per fortuna lievi, a serrature e porte.
A fronte di quanto accaduto resta però le necessità di dotare anche il centro culturale Sant’Agostino di un impianto di videosorveglianza. La notte del furto i ladri sono riusciti a entrare indisturbati anche nella biglietteria del museo, che non è dotata di allarme, a differenza delle sale espositive. A corso dei rischi anche l’area di registrazione intitolata a Paolo Panigada, che si trova dietro al palco di Cremarena. I ladri sono entrati anche qui. Cercavano solo contanti e di conseguenza non hanno toccato praticamente nulla, ma nel caso si fosse trattato di predoni di costose attrezzature musicali, avrebbero potuto fare man bassa indisturbati. Il Comune dovrà ora valutare investimenti in sicurezza anche da questo punto di vista.
Ieri Alberto Spoldi, gestore da quasi un anno del bar del museo, ha confermato di non aver avuto altri ammanchi oltre ai contanti. «Ho fatto l’inventario delle bottiglie di vino e alcolici e degli altri prodotti: non hanno portato via nulla. Così come il computer e altre attrezzature. Tutto è rimasto dov’era». Resta anche un dubbio relativo a come i ladri — probabilmente ad agire è stata più di una persona — siano entrati nell’area di CremaArena e da lì siano poi passati nei chiostri. Forse scavalcando il muro di cinta arrivando a piedi da vicolo Rino, ma non è nemmeno escluso che potessero conoscere il codice per aprire il grande portone che dà sulla corte interna dello spazio, dove si svolgono gli spettacoli estivi.
«Tutte cose che dovremo verificare senza ovviamente sostituirci agli inquirenti», ha commentato giovedì l’assessore alla Cultura Giorgio Cardile, tra i primi a essere informati dell’accaduto insieme al sindaco Fabio Bergamaschi. A questo punto, per evitare nuove sorprese, potrebbe essere anche necessario sostituire il sistema di apertura elettrica del portone, cambiando ovviamente la combinazione. Fortunatamente, al di là di un paio di porte forzate con il piede di porco e di qualche lucchetto tranciato, il complesso del Sant’Agostino non ha subito ulteriori danni. Si è trattato del primo raid, almeno in anni recenti, ai danni del centro culturale.
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