L'ANALISI
13 Febbraio 2024 - 17:58
CREMONA - Rischia 5 anni di carcere per aver rapinato 2 euro a un ragazzino di 17 anni, minacciato con un manganello di metallo. Il fatto risale alla notte dell’11 giugno di due anni fa, sabato, al distributore di bibite in corso Mazzini, centro storico. L’imputato, calabrese di 55 anni, domiciliato a Cremona ha una spanna di precedenti. Non era in aula, oggi. Il suo difensore non lo ha mai visto. Il capo di imputazione: rapina «perché, per procurarsi un ingiusto profitto, mediante la minaccia di colpire la vittima con un manganello di metallo, si impossessava di 2 euro di proprietà del minore, sottraendoli a quest’ultimo che li deteneva».
Com’è andata, il diciassettenne e l’amico di un anno più giovane insieme quella notte, entrambi accompagnati in tribunale dai rispettivi papà, lo hanno spiegato ai giudici con il presidente che li ha tranquillizzati e messi a proprio agio. Ha iniziato la vittima che ha poi presentato querela: «Ero in centro con i miei amici. Verso le 3 di notte, con un altro mio amico sono entrato nel posto dove ci sono le macchinette e c’era questo signore. Mi ha chiesto 2 euro per prendere le bibite. Glieli ho dati. Aveva in mano un’arma bianca, sembrava un lungo coltello». Era un manganello in metallo.
«No, non mi ha minacciato», ha detto il giovane. «E come mai hai fatto la denuncia sei i 2 euro glieli hai dati spontaneamente?», la domanda del presidente del collegio. «Spontaneamente non proprio. Ero impaurito, perché volteggiava il manganello. Pensavo che me lo tirasse e gli ho dato i 2 euro». «Sei stato minacciato per i 2 euro?», la domanda del pm. « Non mi ricordo le parole, continuava a dirmi qualcosa. Volteggiava il manganello. Sì, mi sono sentito minacciato. Pensavo che me lo tirasse e gli ho dato i 2 euro». Il diciassettenne è poi uscito. «Quell’uomo mi ha ha chiesto altri 2 euro, ma non glieli ho dati. Era con un altro. Mi ricordo che aveva in mano una bottiglia di vetro, ce la stava per tirare. Lo abbiamo seguito e abbiamo chiamato la polizia».
Il sedicenne: «Il mio amico è andato alle macchinette a prendere da bere. Quell’uomo è entrato dopo. Gli ha chiesto 2 euro, ma non aveva il manganello. Lo ha tirato fuori dopo, lo sbatteva contro le macchinette». Altra domanda: «Aveva un atteggiamento minaccioso verso il tuo amico?». «Mi è sembrato che non fosse consapevole di quello che faceva, ma non voleva farci niente. Dentro, ha sempre sbattuto il manganello contro le macchinette. Sì, lo roteava verso di noi, ci ha provato a beccarci, ma non ci ha preso. Ha preso i 2 euro e se ne è andato. Abbiamo aspettato che si allontanasse, lo abbiamo seguito e abbiamo chiamato la polizia». Il processo è stato aggiornato all’udienza del 4 settembre per sentire un teste del pm.
La rapina è punita con una pena dai 5 ai 10 anni di carcere sia che si tratti di un ‘colpo’ da 2 euro che di un fatto più grave. Insomma, una sproporzione di cui è stata investita la Corte Costituzionale dal Tribunale di Cuneo (a novembre scorso) che «dubita della legittimità costituzionale dell’articolo nella parte in cui non prevede una diminuente specifica quando per la natura, la specie, i mezzi o le circostanze dell’azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo il fatto sia da considerarsi di lieve entità. Ritiene che la questione sia rilevante e non manifestamente infondata». A breve la Corte Costituzionale dovrebbe depositare la sentenza.
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