L'ANALISI
13 Febbraio 2024 - 08:24
La distesa di bottiglie di birra spuntata dopo l’ennesima notte di bevute e schiamazzi in prossimità del parco di via Monsignor Assi
CREMONA - «La situazione ora si è fatta davvero insostenibile: dalle 10 di mattina fino a notte, il nostro isolato e il parco si trasformano in un palcoscenico di bagordi, ubriacature e molestie». La denuncia, proveniente da una residente della zona, riguarda l’area di via Monsignor Assi, tra il supermercato Famila e il parco Rita Levi Montalcini, «un’area residenziale, con tante famiglie che vivono nel quartiere. Eppure, nessuno interviene per garantire la sicurezza dei residenti e un briciolo di decoro nel parco: aprire le finestre e trovarsi qualcuno che orina nel giardino di casa o vedere scene di spaccio in pieno giorno non è certo piacevole».
Al centro della vicenda pare esserci un gruppo di una trentina di uomini, soliti ritrovarsi a bivaccare di fronte al supermercato, dove ascoltano musica ad alto volume, consumano alcol e stupefacenti e come se niente fosse orinano – e non solo – nei dintorni. Una situazione che ha trasformato alcune aree in latrine a cielo aperto, dove non è raro trovare chiazze di vomito. Il punto è che tutto questo - per molti frequentatori del parco, ma anche per residenti e addetti delle attività commerciali - ha finito per tradursi in un clima di insicurezza.
«Molti, hanno paura a passare di qua - riprende la residente -. Spintoni e insulti alcune volte sfociano in inseguimenti e violenze. Per non dire del fatto che noi donne, se usciamo la sera, dobbiamo farci accompagnare da qualche uomo. Ho dovuto più volte allertare le forze dell’ordine perché dalle mie finestre assistevo a scene di molestie». Si sono rivolti alle forze dell’ordine i residenti che, esasperati dal ripetersi di una situazione che va avanti da mesi, hanno chiesto l’attivazione, se non di un presidio fisso, di una pattuglia che stazioni spesso nel parco. Ma pare che anche l’intervento delle forze dell’ordine non riesca a scoraggiare il fenomeno.
«Quando chiamiamo le forze dell’ordine e arriva un equipaggio ormai la musica è stata abbassata, gli spinelli sono stati spenti e la situazione appare, tutto sommato, tranquilla. Però non appena gli uomini in divisa fanno per andarsene, ecco che tutto ricomincia. Di recente ho visto un ragazzo orinare, nascosto, non distante dagli uomini in divisa intervenuti su nostra richiesta. Non sono la sola a sentirsi poco sicura: all’incontro con i vigili c’erano più di cinquanta persone, abbiamo denunciato il clima insostenibile dell’isolato ed elencato le nostre richieste. Di fronte a questo ci è stato detto che non si possono prendere provvedimenti finché non si coglie qualcuno sul fatto. Eppure le prove di comportamenti inaccettabili e illegali non mancano: abbiamo mandato esposti in Procura, denunce corredate di foto e video ma non è ancora cambiato niente».
Un copione che ricalca quanto avviene anche in altre zone della città: da un lato la richiesta di un maggior controllo, che rischia di spostare soltanto il problema altrove, dall’altro la difficoltà di immaginare soluzioni efficaci che vadano oltre la mera repressione una tantum. Tutto questo genera, in molti, frustrazione. Oggi un dialogo tra chi bivacca nel parco e i residenti di via Assi sembra impossibile. La soluzione non può che venire da una responsabilizzazione di chi attraversa e vive i luoghi pubblici, nella consapevolezza che sono spazi di tutti e in quanto tali vanno rispettati.
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