L'ANALISI
12 Febbraio 2024 - 19:20
CREMONA - Una dozzina di anni di attesa e 1.410 lavoratori coinvolti. Sono sette le Fondazioni cremonesi che hanno sottoscritto, con Cgil, Cisl e Uil, quello che viene definito ‘accordo ponte’ e che riguarda il Contratto Aris per i dipendenti di tutte le Rsa e Rsd ma anche delle Cure intermedie, dei Centri diurni e servizi territoriali. Sostanzialmente, si tratta di una ‘armonizzazione tabellare’ che, in soldoni, per molte realtà significano aumenti salariali. Anche se, persino fra i sottoscrittori, vi era chi aveva già superato questi aumenti. Si tratta in ogni caso, dopo più di un decennio, del primo spiraglio lungo il percorso verso il contratto di settore.
Vertici e direzioni delle più grandi realtà socio-assistenziali del territorio guardano con grande ottimismo a questo passaggio.
Una delle Rsa (e non solo) più grandi del Cremonese, l’Istituto Vismara-De Petri che da San Bassano si ramifica sino a Pizzighettone è tra i capofila. «Si tratta appunto di un ottimo spiraglio – commenta soddisfatto il direttore generale Marco Milesi –. Chiaramente non stiamo parlando di una nuova situazione contrattuale ma di un accordo basato sugli aspetti prettamente economici. La prospettiva più positiva è che possa essere il faro per traghettarci insieme nella direzione di una soluzione contrattuale completa. Dal nostro canto – aggiunge il manager – ci siamo trovati in linea, avendo peraltro già provveduto ad aumenti salariali per i nostri dipendenti che vanno anche oltre le linee guida concordate nel caso specifico».
Dopo Cremona, con La Pace, è Castelleone con la sua Brunenghi a occupare il podio delle realtà più popolose e importanti fra i firmatari. «Siamo di fronte a quella che è certamente un’ottima possibilità da sfruttare – commenta il dg Rino Ferri –. Si tratta di un piccolo passo avanti nella direzione giusta. Parlare finalmente in modo concreto e realistico di un vero e proprio contratto di settore è un primo approdo. Credo che i tempi, come dimostra questo accordo raggiunto, siano maturi per andare oltre».
Non dissimile, anzi in linea, l’opinione di Virgilio Galli, presidente del Cda che guida la Villa Sacro Cuore Coniugi Preyer di Casalmorano: «La notizia è positiva, così come è positivo che si sia raggiunto questo ‘accordo ponte’. La mia speranza e il mio augurio è chi tratti solo dell’inizio di un percorso che potrà andare molto oltre». Anche dall’istituto Germani di Cingia de’ Botti la doppia firma viene accolta in modo assolutamente favorevole e la situazione è la fotocopia, nel ruolo comune di precursori, di quanto già visto tra San Bassano e Pizzighettone: «Accogliamo positivamente l’accordo, in quanto legittima e consolida una linea che qui da noi al Germani è stata adottata da due anni che è quella di riconoscere in modo concreto la professionalità dei dipendenti. Tanto che, da due anni, abbiamo aumentato le retribuzioni che in diversi casi sono anche superiori ai livelli dell’accordo».
A dirlo sono il presidente Enrico Marsella e il dg Ivan Scaratti: «L’aumento delle retribuzioni che abbiamo fatto – continuano i vertici – è stato predisposto puntando sul riconoscimento di un lavoro di valore, fidelizzazione, motivazione, benessere organizzativo e senso di appartenenza. Gli aumenti retributivi che da due anni sono stati applicati con accordi sindacali in diversi casi sono a livelli ben più alti rispetto a quelli indicati nell’accordo. La decisione della Fondazione di investire in modo importante nella formazione e nel riconoscimento economico è stata assunta per superare la difficoltà nel reperire personale, problema che attanaglia ormai da tempo le strutture territoriali. L’operazione messa in atto si inserisce tuttavia in un progetto molto più ampio – concludono, spiegando – attraverso il quale la Fondazione Germani vuole perseguire obiettivi su più fronti fra i quali, motivare e fidelizzare i nuovi assunti, favorire e incentivare la crescita e lo sviluppo professionale dei propri dipendenti, investire e puntare sull’innalzamento della qualità dell’assistenza per rispondere sempre più efficacemente ai bisogni della persona».
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