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IL REPORT DI LEGAMBIENTE

Inquinamento: Cremona è la 12ª peggiore in Italia e terza in Lombardia

Sono stati 46 i giorni di sforamento della soglia delle polveri sottili. Il limite è 35

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

11 Febbraio 2024 - 05:05

Inquinamento: Cremona è la 12ª peggiore in Italia e terza in Lombardia

CREMONA - La città è la dodicesima peggiore d’Italia per l’inquinamento atmosferico, la terza in Lombardia dopo Mantova e Milano. Sono stati 46 i giorni di sforamento della soglia delle polveri sottili nel corso del 2023, quando il numero massimo indicato dall’Unione europea è di 35 giorni. Lo evidenzia l’analisi prodotta da Legambiente, che ha preso in considerazione 98 capoluoghi dello Stivale. Purtroppo, le cose non vanno bene nemmeno in questi primi 40 giorni del nuovo anno. Il campo di alta pressione che ha dominato la scena per settimane e sino a venerdì, ha portato a ben 24 superamenti dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria delle Pm10, da inizio gennaio. Restano 11 giorni per tutto il resto dell’anno e poi Cremona sarà di nuovo fuori legge.

Nemmeno venerdì, nonostante la pioggia, i dati rilevati dalle centraline dell’Agenzia regionale per l’ambiente sono sensibilmente migliorati. Se la concentrazione media di smog è scesa sotto la soglia in via Fatebenefratelli, non così è stato per piazza Cadorna, dove nell’arco delle 24 ore è stata pari a 72 parti per milione. Male anche le micropolveri Pm 2,5, a quota 63 (il limite è 25). Nel resto del territorio l’arrivo della perturbazione ha portato ad un abbassamento deciso delle Pm10 solo a Crema (44 microgrammi la media di venerdì) e Spinadesco (48). Ancora elevato il dato di Soresina (63) e Corte De’ Cortesi (58). Oggi Arpa comunicherà i rilevamenti della giornata di ieri, seconda consecutiva caratterizzata dalla pioggia.

Probabile che, finalmente dopo oltre tre settimane, l’aria in provincia sia ritornata di buona qualità. Tornando all’indagine di Legambiente, l’analisi ha tenuto conto anche dei dati del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di Pm10. Una situazione in miglioramento rispetto al 2022, quando i capoluoghi fuorilegge erano stati 29 e al 2021, quando se ne contarono 31. Nella poco invidiabile posizione di città con l’aria più inquinata d’Italia c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi. Se parametrati sull’intero anno, significano quasi un giorno su cinque con lo smog sopra il livello consentito.

Male anche Torino con 66 e Treviso (63). Poi un gruppetto di città che comprende Mantova, Padova e Venezia con 62 giornate di sforamento. Altre tre città venete, Rovigo, Verona, e Vicenza, superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano ha registrato 49 giorni con le polveri sottili oltre il limite, poi Asti 47, appunto Cremona (Legambiente fa riferimento ai dati della centralina di piazza Cadorna), Lodi (43), Brescia e Monza (40). Chiudono la lista Alessandria (39), Napoli e Ferrara con 36. Il progressivo miglioramento della qualità dell’aria, dato dal calo del numero delle città che sforano i limiti Ue, non deve però lasciare tranquilli.

Proprio l’Unione europea ha infatti previsto paletti più stretti già dai prossimi anni, dunque le città italiane hanno ancora molto lavoro da fare per migliorare ulteriormente la situazione e diminuire l’inquinamento atmosferico. «Nel 2021 l’Organizzazione mondiale della salute – ricordano da Legambiente – ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria, suggerendo nuovi limiti drasticamente più bassi rispetto a quelli in vigore in Europa. Ciò si è reso necessario dopo che numerosi studi condotti hanno dimostrato come i gravi danni sulla salute non si presentino solo in seguito all’esposizione a livelli elevati di inquinanti, ma anche in caso di concentrazioni minori. Sulla base di queste considerazioni, l’Oms ha raccomandato l’abbassamento della media annuale del particolato fine (Pm2.5) a 5 microgrammi per metro cubo d’aria, quella del particolato inalabile (Pm10) a 15, mentre per il biossido di azoto (NO2 ) a 10».

Con livelli simili praticamente tutte le città italiane sarebbero costantemente fuorilegge, Cremona potrebbe registrare oltre 200 giorni di sforamento l’anno. La Commissione Europea ha recepito le raccomandazioni e pubblicato nel 2022 una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria che prevede diversi scenari di riduzione delle emissioni, propendendo verso un’opzione intermedia: i nuovi limiti prevedono una riduzione da 50 a 20 microgrammi per il Pm10, da 25 a 10 per le micropolveri e da 40 a 20 per l’NO2. Il tutto da raggiungere entro i prossimi sei anni. «Inoltre – aggiungono da Legambiente – è prevista: l’introduzione di una soglia per la media giornaliera delle Pm 2,5, fissata a 25 microgrammi, da non superare per più di 18 giorni all’anno e di 50 per l’NO2 , da non superare più di 18 volte. In aggiunta l’abbassamento della soglia preesistente per le Pm10, che passerebbe da 50 a 45 microgrammi per un massimo di 18 sforamenti nell’arco dei 365 giorni».


A settembre 2023, il parlamento europeo ha votato a sostegno dell’iniziativa della Commissione. Una frenata però è arrivata dal Consiglio europeo che ha introdotto una proroga al primo gennaio 2040 al fine di garantire una maggiore flessibilità agli Stati per attuare la direttiva. Ora la direttiva passa alla fase del trilogo, in cui Commissione, Parlamento e Consiglio discuteranno, entro fine mese quali nuove misure adottare in via definitiva.

FRANCO BORDO (CREMA): «INVESTIAMO SULLA MOBILITÀ DOLCE»

CREMA - La città punta sulla mobilità sostenibile per cercare di limitare lo smog. Gli investimenti nelle nuove ciclo pedonali, prossima ormai all’apertura quella per Camagnola Cremasca, fanno parte dei progetti per ottenere risultati a lungo termine. Più a medio - breve termine c’è invece l’implementazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Ormai in città sono 28, le ultime tre installate da un’azienda privata a fine gennaio.

Franco Bordo

«Sosteniamo convintamente tutte le iniziative, pubbliche e private, utili a rafforzare la mobilità dolce e sostenibile – ha sottolineato nei giorni scorsi l’assessore all’Ambiente e Mobilità Franco Bordo, in occasione dell’avvento di questi tre impianti –: siamo convinti che soltanto promuovendo una pluralità di azioni all’interno di un quadro coerente e articolato che affianca l’introduzione di misure di sostegno alla mobilità elettrica privata, la predisposizione di servizi pubblici, l’implementazione di mezzi di trasporto pubblici elettrici, lo sviluppo del car sharing, si possano ottenere risultati apprezzabili in questo ambito. Le tre nuove colonnine ultra-fast, che ci portano ad un totale di 28 stazioni di ricarica elettrica sul nostro territorio comunale, vanno proprio in questa direzione di marcia, portando Crema ai vertici nazionali per la diffusione di questo tipo di infrastrutture in rapporto al numero di abitanti».

Sono inoltre presenti sul territorio comunale altre tre colonnine di tipo quick, fast e super fast installate su proprietà private e gestite da attività commerciali. Il totale è dunque di 31, quasi una ogni mille abitanti. In tutti gli spazi di parcheggio adiacenti a questi impianti la sosta è consentita solo ai veicoli elettrici in carica e differenziata nei tempi, a seconda della tipologia di infrastruttura per la ricarica, viene dunque regolamentata da disco orario.

GALIMBERTI E PASQUALI (CREMONA): «SIAMO MIGLIORATI, LA VIA INTRAPRESA È QUELLA GIUSTA»

di Francesco Gottardi

CREMONA - Dodicesimo posto per la nostra città nella ‘classifica’ dei capoluoghi di provincia maglia nera per lo sforamento dei limiti di legge delle polveri sottili. Un dato di certo non incoraggiante per Cremona ma da guardare, per il sindaco Gianluca Galimberti, in un’ottica più ampia: «Da un lato si rafforza in modo significativo il trend di miglioramento e, dall’altro, occorre migliorare ancora di più e continuare a insistere sulle scelte in atto».

Un tecnico misura la qualità dell’aria 

Nel 2023 la media delle PM10 è di 31 µgr/m3, sotto il limite di legge che è di 40 µgr/m3, laddove nel 2012 la media a 44 µgr/m3. Un miglioramento significativo che però costringe ancora il nostro capoluogo a 46 giorni di sforamento dei limiti di legge per la qualità dell’aria: «Come emerge anche dal report di Legambiente, in provincia di Cremona altri centri abitati hanno parametri peggiori. Se è vero che la media di Cremona si colloca ancora sopra altri capoluoghi di provincia in Lombardia, è anche vero che altre città capoluogo hanno un numero di sforamenti superiore al nostro. Ma il significato di questi confronti è sempre e principalmente questo: il tema è di Pianura padana».

Gianluca Galimberti

Nel report dominano infatti la classifica città come Torino, Treviso, Mantova e Padova con un totale di 18 città al di sopra dei limiti contro le 29 del 2022. «Che sia una questione diffusa e comune nel territorio della pianura lo conferma anche lo studio epidemiologico che l’ATS, con l’appoggio di alcuni Comuni, tra cui Cremona, ha realizzato nel distretto del cremonese, uno dei pochi studi di questo tipo (forse l’unico) fatto in Lombardia, a testimonianza dell’impegno costante sul tema da parte delle istituzioni pubbliche. Proprio dallo studio epidemiologico emerge che i miglioramenti significativi delle medie e degli sforamenti hanno avuto e hanno ripercussioni molto positive sulla salute, ma, allo stesso tempo, non bisogna accontentarsi e le azioni in atto non si devono fermare e anzi occorre incentivarle ed occorre l’aiuto di tutti».

Simona Pasquali


Un impegno che, pur nel riconoscimento di questa tendenza positiva, non deve far abbassare la guardia su un fenomeno per il quale, come riportato nel report di Legambiente, «nel 2021 sono state circa 47mila le morti premature avvenute a causa delle elevate concentrazioni di PM2.5 registrate nel nostro Paese». Misure urgenti dunque quelle da mettere in atto nell’ambito di percorsi già intrapresi dall’amministrazione come ricorda l’assessore alla mobilità sostenibile e all’ambiente Simona Pasquali: «Una gran parte delle polveri sottili proviene dal traffico veicolare e per questo stiamo lavorando a progetti di mobilità sostenibile: dalla nuova ciclabile del boschetto fino all’implementazione del trasporto pubblico elettrico. In questo senso sono felice di annunciare che dal 14 febbraio sarà disponibile il servizio di e-bike e monopattini elettrici per favorire gli spostamenti verso il centro».

DIEGO VAIRANI (SORESINA): «MAGGIORE TRASPARENZA»

di Andrea Arco

SORESINA - La Città del Genala un buon rapporto coi report sulle Pm10 non l’ha mai avuto. Da sempre finisce nelle classifiche locali come ultima della classe. Sul perché, però, c’è qualcosa da aggiungere. «Invito Legambiente e chiunque realizzi questi approfondimenti a documentarsi meglio e, soprattutto, a fare un appello affinché si mettano più centraline di controllo. Perché, ovviamente, se su 113 Comuni ci sono solo quelle di Soresina, Cremona, Crema, Spinadesco e Corte de Cortesi, difficile stupirsi che la nostra cittadina finisca sempre in classifica», precisa il sindaco Diego Vairani.

Diego Vairani


Beninteso, non è uno scaricare le responsabilità, la fascia tricolore vuole solo trasparenza: «Perché non si dice che nella media dei 31 giorni siamo perfettamente in linea con la media? E poi basta con la retorica del paese agricolo e industriale che inquina! Chiediamoci – dice il primo cittadino – perché nel 2020, con tutto fermo eccetto gli allevamenti e le aziende agricole, i livelli fossero molto più bassi. Forse è il caso di non demonizzare più gli agricoltori? Forse il riscaldamento domestico, o ancor di più delle aziende, incide in maniera maggiore?». La chiosa: «Il tema della tutela ambientale esiste ed è importante. Ma va affrontato a livello regionale e nazionale, non con le classifiche dei ‘brutti e cattivi’ per paese».

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