L'ANALISI
10 Febbraio 2024 - 09:11
CREMONA - A dicembre 2023, in provincia di Cremona, gli incidenti sul lavoro hanno segnato un calo pari al 14,95% rispetto allo stesso mese del 2022. Questo secondo quanto emerso dai dati dell’Inail analizzati dall’Ufficio Studi della Cisl. Gli infortuni sono passati dai 321 del 2022 ai 273 del 2023, vale a dire 48 incidenti in meno. «Il raffronto tra gennaio-dicembre 2023 e lo stesso periodo del 2022 - si legge nella nota diffusa ieri da Cisl Asse del Po - mostra una diminuzione di 739 casi: 5.315 infortuni a gennaio-dicembre 2022 rispetto ai 4.576 infortuni del 2023, vale a dire -13,9%. Se questo calo degli infortuni è un segnale positivo, resta il fatto che a livello provinciale esso è inferiore rispetto a quello regionale, che fa segnare una diminuzione degli infortuni del 16,6%, e rispetto anche al dato nazionale (-16,1%). Insomma, a Cremona si registra una contrazione degli infortuni, ma questa è inferiore a quello regionale e nazionale».
I dati Inail riportano anche il dato aggregato lombardo, dove si riscontra che nel settore industria gli infortuni sono aumentati (da 27.997 nel 2022 a 28.471 nel 2023), così come nel settore costruzioni (5.493 denunce a fronte di 5.296 nel 2022). Nella riduzione generale del dato infortunistico è dovuto alla diminuzione delle denunce nel settore sanità e assistenza sociale: - 52,6% (7.034 infortuni nel 2023 e 14.844 denunce di infortunio nel 2022).

Purtroppo gli infortuni mortali sono un fatto che non cessa di colpire il mondo del lavoro cremonese: nel periodo gennaio-dicembre 2023 sono accaduti 10 infortuni mortali rispetto agli 11 del 2022. Le malattie professionali a Cremona hanno registrato una crescita: 148 casi da gennaio-dicembre 2023 contro i 145 casi dello stesso periodo del 2022 pari a 3 casi in più, per un incremento del 2,1%, viceversa il trend regionale e quello nazionale mostrano cali superiori (rispettivamente 17,9% e 19,7%).
«La denuncia di malattia è un dato che risente di una forte condizionalità, dovuta alle perduranti difficoltà di emersione. Comunque, i dati delle denunce di malattie professionali, così come degli infortuni, dimostrano ancora una inadeguata attività di prevenzione sia sotto il profilo organizzativo e di gestione dei rischi specifici nelle aziende, sia rispetto a insufficienti controlli, in carenza di personale, da parte degli organi preposti - spiega Dino Perboni, segretario generale dell Cisl Asse del Po di Cremona -. Nell’area della prevenzione, le Ats lombarde stanno operando con il 35-40% in meno del personale rispetto agli organici necessari: mancano anzitutto tecnici della prevenzione e medici del lavoro».

«L’operatività dell’Ispettorato del Lavoro - continua Perboni -, rispetto al maggior ruolo assegnato nei controlli, è ancora da attuarsi appieno per la mancanza di personale. Ad oggi, le forze in campo dei servizi di prevenzione non sono sufficienti rispetto al numero delle aziende da controllare. Come sindacato da tempo sollecitiamo le istituzioni affinché vengano utilizzate le risorse destinate obbligatoriamente alla prevenzione, aumentando organici e attività di controllo e che vengano sviluppati percorsi formativi in materia di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, in modalità congiunta, coinvolgendo anche il datore di lavoro. Inoltre, siamo convinti, che si intervenga già a partire dalla scuola, per attrarre i giovani ai corsi universitari dedicati alle professionalità della prevenzione. Infine, vanno premiate le aziende che fanno della salute e sicurezza un primato della loro organizzazione, anche introducendo una patente che riconosca a loro il merito, mentre vanno pesantemente inasprire le pene e le sanzioni per quelle aziende che violano le leggi sulla salute e della sicurezza», conclude Perboni.
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