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CASALMAGGIORE

Alpini, l’appello di don Genzini: «Continuate a fare il bene»

‘Festa del tesseramento’ per le penne nere casalasche, occasione per commemorare chi è «andato avanti»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

04 Febbraio 2024 - 18:34

Alpini, l’appello di don Genzini: «Continuate a fare il bene»

CASALMAGGIORE - È stato don Marco Genzini, cappellano della sezione di Cremona Mantova degli Alpini e dell’Ospedale Maggiore di Cremona, stamattina, al Santuario Madonna della Fontana, a presiedere la messa delle 10.30, alla quale hanno preso parte le penne nere di Casalmaggiore in occasione della loro ‘Festa del tesseramento’, occasione per commemorare chi è «andato avanti».


La funzione è stata introdotta dal guardiano-rettore del Santuario, padre Francesco Serra, che ha salutato don Marco e ringraziato per la sua presenza il sindaco Filippo Bongiovanni. «Preghiamo per chi ha servito la Patria nel corpo degli Alpini e negli altri corpi militari», ha concluso padre Francesco. Sulla balaustra di una cappella laterale, sono state posizionate le fotografie degli Alpini scomparsi, elencati poi dal presbiterio da Vincenzo De Salvo, capogruppo – neoconfermato sino al 2027 - delle penne nere di Casalmaggiore.


Don Marco, nella omelia, è partito da una riflessione: «Che senso ha soffrire? Perché a volte, ci chiediamo, è difficile vivere? Il dolore fa fare tante domande e a volte le persone dicono di aver perso la speranza. Rispondere a queste domande non è facile e spesso il tentativo di dire qualcosa si rivela peggiore della domanda». Quello che davvero importa, però, «è essere vicini a chi soffre, a chi è malato. La Chiesa fa compagnia a queste persone. Gli amici di Gesù vanno lì, per dare una mano o una carezza».

Don Genzini ha poi letto un passo della Favola di Natale di Giovannino Guareschi, scritta nel dicembre del 1944 durante il periodo di prigionia a Sandbostel. Un’opera letteraria raccontata per la prima volta la sera della Vigilia di Natale dello stesso anno nella sua baracca nel campo di prigionia. La storia di un viaggio miracoloso reso possibile dall’amore di un bambino per il suo papà e di una vecchia donna per il suo ‘piccolo’. «Impariamo - è stata l’esortazione finale di don Genzini - a essere vicini a chi soffre. Voi Alpini lo fate spesso, in silenzio. Continuate a fare il bene, perché il bene aiuta la speranza». 

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