L'ANALISI
05 Febbraio 2024 - 05:00
Fonte Persico com'è oggi
CREMONA - Inaugurata ufficialmente nel luglio 1996 (il sindaco era Paolo Bodini, Giuseppe Tiranti guidava l’Aem) era stata una novità assoluta anche a livello nazionale la Fonte Persico, realizzata nel Parco Asia dalla stessa Aem: offriva gratuitamente acqua trattata (liscia e frizzante) e fu protagonista di un successo straordinario, andato ben oltre i confini provinciali e giunto - ventotto anni dopo - al suo ultimo atto. Ferma da circa 7 mesi, «si basa su un impianto divenuto fisiologicamente obsoleto che non può essere risistemato», conferma Alessandro Lanfranchi, amministratore delegato di Padania Acque alle quale la Fonte Persico era passata circa vent’anni fa.
Non per questo la struttura verrà abbandonata, né tantomeno demolita. «La caratteristica pagoda che la ospita è un’opera notevole che merita di essere preservata. Così, l’idea attorno alla quale stiamo lavorando - e che non è ancora definita nei dettagli - è quella di rimetterla nelle condizioni di ‘pescare’ direttamente dall’acquedotto (dunque non ci sarà più alcun trattamento supplementare) e restituirla al Comune».
La funzione originaria verrà perciò mantenuta, in un ‘area da sempre molto frequentata da appassionati sportivi particolarmente ‘affezionata’ a una fontana: anche se non sarà più la stessa cosa. «Il testimone della Fonte Persico è già passato alla Casa dell’acqua realizzata in via del Macello, la Fonte Cremo, alla quale dovrebbero seguirne altre due entro fine anno», conclude Lanfranchi. Insieme alla ‘prima’ Fonte Persico si chiude comunque un’epoca che per molto tempo ha letteralmente tenuto la scena e monopolizzato l’attenzione a Cremona.
Restano ben impresse nella memoria collettiva le code infinite di persone e auto nei pressi della pagoda (‘le terme di casa nostra’) per fare scorta di acqua a tutte le ore del giorno e della notte, con mezzi di raccolta di ogni dimensione e folle non sempre facili da disciplinare (una volta fu necessario chiedere l’intervento dei Carabinieri per sedare una rissa). Un alone di fama nel quale - come spesso accade - erano perfino fiorite leggende più o meno metropolitane; come quella che parlava addirittura di acqua miracolosa, basandosi sull’infondata credenza che non fosse la stessa immessa nella rete cittadina.
Molto più prosaico e meno brillante era stato l’episodio che aveva curiosamente segnato la realizzazione del manufatto: costruito dall’Aem senza licenza edilizia (arrivata due mesi dopo l’inaugurazione) per risparmiare tempo rispetto alle lungaggini autorizzative del Comune, che in questa singolare ‘guerra fratricida’ si era poi rivalso nei confronti della stessa Aem con una super multa da un milione e mezzo di lire.
Una partenza col piede sbagliato che tuttavia non aveva minimamente influito sul clamoroso gradimento dell’iniziativa; né sull’ammiccante vezzeggiativo riservato dai cremonesi a quella che in molti chiamavano ‘Tirantina’. Lo stesso ex presidente dell’Aem, del resto, aveva formulato sorridendo quell’ipotesi per il progetto - rimasto poi inattuato - di portare l’’acqua del sindaco’ sul mercato. Ventotto anni dopo l’acqua trattata arriva da altre fonti. Ma la ‘Tirantina’ era tutta un’altra storia.
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