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L'ECONOMIA LOCALE SOTTO LA LENTE

Aziende con troppi freni: l'anno nuovo parte piano

In provincia calano le imprese artigiane (-6,6%), export (-6,3%) e credito alle ditte (-8,9). Bozzini analizza il nuovo report di Cna

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

03 Febbraio 2024 - 05:00

Economia Cna

CREMONA - Un’economia cremonese che dovrebbe tenere il passo, pur con alcuni rallentamenti in determinati settori. I consumi dovrebbero progredire dell’1,2% e a beneficiarne saranno soprattutto i comparti turistici e dei servizi, che già l’anno scorso hanno conosciuto un incremento dei posti di lavoro. Ad analizzare le prospettive del 2024 è il rapporto della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola media impresa dedicato alla Lombardia e alle singole province. Lo sguardo d’insieme vede alcune criticità a livello locale. Nel corso del 2023 dell’anno scorso c’è infatti stata una diminuzione del numero di imprese artigiane (-6,6%), delle esportazioni (-6,3%) e del credito alle aziende (-8,9%).

Vanno meglio le cose invece dal punto di vista inflattivo (vedi box) dove Cremona si conferma la migliore provincia della Lombardia: i prezzi nel 2023 sono rimasti sotto al 5% di aumento. Guardano alle prospettive 2024, il report della Cna invita a non abbassare la guardia. «Il Prodotto interno lordo lombardo – si legge – dovrebbe crescere solamente dello 0,8%, in peggioramento rispetto alle stime di ottobre 2023 che indicavano un +1,3%)». Il focus realizzato dal Centro studi sintesi poi prosegue: «Sulla stessa lunghezza d’onda anche la crescita dei consumi +1,2%, in rallentamento rispetto ai valori dell’anno precedente. Preoccupante anche la tendenza degli investimenti, che dopo anni di crescita impetuosa nella regione sono destinati a rallentare sensibilmente, solo +0,1%, sia rispetto all’anno precedente sia in riferimento alle stime dell’autunno scorso: una frenata imputata al rialzo dei costi di finanziamento, alle condizioni più rigide di accesso al credito e all’esaurirsi degli effetti legati agli incentivi nell’edilizia».

Giovanni Bozzini, presidente regionale della Confederazione aggiunge: «In generale, potremmo parlare di una situazione economica di tiepida crescita con performance abbastanza positive molto settorialmente concentrate. Bene i servizi, il commercio, alberghi e ristoranti, bene soprattutto il turismo. Sono questi i settori che permettono all’economia regionale di segnare 76 mila occupati in più a fine 2023 rispetto al 2022». Da verificare come si comporterà l’export. Secondo la Cna, l’anno scorso i dati gennaio-settembre hanno indicato una debole crescita rispetto al 2022 (+1,6%). «Si osservano performance positive rispetto al 2022 per meccanica (+6,5%), sistema moda (+6,8%) e agroalimentare (+7,8%), mentre il valore delle esportazioni nella metallurgia (-6,5%), nella chimica-gomma-plastica (-3,9%) e nel sistema casa (-1,3%) evidenzia contrazioni significative».

Giovanni Bozzini

Secondo Stefano Binda, segretario di Cna Lombardia «a fronte di questi dati è impossibile non pensare agli effetti della recessione tedesca sulla Lombardia». Ancora da tenere monitorata, la questione relativa alla demografia d’impresa. Nel quarto trimestre 2023, infatti, è tornato a scendere il numero di imprese attive in Lombardia: perse 4.587 aziende rispetto alla fine dell’estate. Tuttavia, rispetto a fine 2019 si osserva una sostanziale invarianza (+0,1 punti percentuali).

Negli ultimi quattro anni la Lombardia ha visto comunque aumentare il numero di imprese di oltre 1.100 unità grazie al settore delle utilities (+11,2%), servizi (+10,5%) e all’edilizia (+1,2%), mentre si riscontra una diminuzione significativa per commercio-turismo (-5,6%), manifatturiero (-8,3%) e agricoltura (-5,7%). Sempre in riferimento al trend sul 2019, le migliori province risultano essere Milano (+3,1%), Varese (+0,7%), Monza e Brianza (+0,4%) e Brescia (+0,1%), mentre la peggiore è Mantova (-7,7%). Segno negativo anche per Sondrio (-4,5%), Cremona (-4,5%) e Pavia (-3,7%), Lodi (-3,3%), Lecco (-2,2%), Bergamo (-2%) e Como (-0,5%).

INFLAZIONE, PREZZI AUMENTATI DEL 13,7% IN DUE ANNI

L’anno da poco concluso non è stato facile per le famiglie cremonesi, stante l’inflazione ancora in forte aumento. Tutto sommato però, come conferma l’indagine di Cna, la provincia se l’è cavata, con un tasso del 4,7%, di gran lunga il migliore della Lombardia. In città, tatti i conti, nel 2023 le famiglie cremonesi hanno speso oltre 1.200 euro in più del 2022. Numeri forniti nelle scorse settimane dall’ufficio statistica del Comune. Evidente che un’inflazione elevata pesi sulla crescita economica in generale.

«A livello regionale – spiega il focus del Centro studi sintesi di Cna – considerando l’intero 2023, siè osservata una crescita dei prezzi del +5,5%, che si aggiunge al +7,8% del 2022: in sostanza dal 2021 a oggi nella regione i prezzi sono aumentati del 13,7%. Nel 2023 la dinamica dei prezzi è stata guidata da alimentari e bevande (+9,1%), servizi ricettivi e ristorazione (+7,4%) e mobili e beni per la casa (+6,1%). Sul fronte territoriale a risentire maggiormente degli aumenti rispetto al 2022 sono state le province di Milano (+6%) e Varese (+5,9%), s Seguite da Lecco (+5,7%), Lodi (+5,7%), Mantova (+5,6%), Como (+5,2%), Brescia (+5,1%), Pavia (+5,1%), Bergamo (+4,9%) e Cremona (+4,7%).

«L’Inflazione sta rallentando la sua corsa – sottolinea il presidente regionale di Cna Giovanni Bozzini –: siamo preoccupati per la fiducia e la propensione ad investimenti e consumi». Il prelievo di denaro dalle tasche dei cremonesi scaturito dalla corsa dei prezzi nel 2023 non è stato certo tra i più elevati patiti dalle famiglie italiane. Non solo in Lombardia, ma anche a livello nazionale. L’Unione nazionale consumatori ha stilato la classifica delle città più care d'Italia del 2023, in termini di aumento del costo della vita. Uno studio basato sull'inflazione media dello scorso anno (dati Istat).

Cremona è al 46esimo posto: +4,7% pari a 1.239 euro di rincaro annuo medio per famiglia. Il dato è esattamente uguale alla media nazionale dei capoluoghi di provincia. In testa alla classifica delle città più care del 2023, Milano dove l’inflazione del +6,1%, si è tradotta in 1.656 euro di spesa aggiuntiva per le famiglie. Poi Varese (+6%, 1.582 euro) e Bolzano (+5,8% e 1.541 euro). Seguono Grosseto, Genova, Perugia, al settimo posto Alessandria, Siena e altre due lombarde, Lecco e Lodi.

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