L'ANALISI
01 Febbraio 2024 - 16:42
CREMONA - Dal tornio all’ago e filo, dall’idraulica alla tessitura, dal preparar cappuccini alla rilegatura di libri il passo è breve. Almeno al Cr.Forma. Andrea racconta: «Mi piace sporcarmi le mani in officina e montare e smontare i motori». Mentre lo dice ha gli occhi fissi su un tamburello, un foglio con dei disegni geometrici e ago e filo per rifare su stoffa le cornicette geometriche. «È una cosa strana, ma mi rilassa e poi dicono che sviluppa la precisione nel lavoro manuale – continua -. Sarà vero, vedremo, per ora sto imparando a fare una cosa che mai avrei immaginato. Ma questo, prof. è un punto croce?».
Michael e Prab sono alle prese con un telaio: «Abbiamo costruito prima il telaio vero e proprio, comprando il legno e mettendo i chiodi – raccontano -. Ora abbiamo posizionato i fili in verticale e pian piano adesso ci hanno insegnato a tessere, a far passare altri fili di lana in orizzontale. Bisogna avere pazienza e concentrazione. È questione di abitudine che si acquista pian piano». Silvio, invece, mostra con orgoglio, insieme alle compagne di sala bar e preparazione piatti, la rilegatura di un quaderno: «Abbiamo fatto le copertine con un collage di diverse carte, riunito i fogli e poi rilegato il tutto – dice soddisfatto -. Ne stiamo facendo una serie, poi lavoreremo anche a rilegare i menù delle esercitazioni di cucina da distribuire in sala».
Tutto si tiene al Cr.Forma. La direttrice Paola Brugnoli chiede: «Ragazzi chi si sa attaccare un bottone?». Silenzio: «Se imparate, avrete un’indipendenza che neppure v’immaginate», commenta, mentre i ragazzi la guardano fra lo stranito e lo stupito. «Abbiamo deciso di attivare un modulo di 26 ore che dura l’intero anno per le prime e di 20 ore per le classi seconde e terze. Tutto ciò è possibile grazie alle abilità della professoressa Silvia Pollastri, nostra docente di materie letterarie – continua Brugnoli -. Cucire e tessere sono attività che impongono alle mani un lavoro di fino e al cervello una concentrazione non da poco, al tempo stesso permettono di affinare i gesti e la manualità. Involontariamente ci si abitua a fare lavori di precisione che non mancano né nel campo della meccanica, né in quello dell’elettronica».
Silvia Pollastri spiega: «All’inizio i ragazzi erano un po’ straniti, poi pian piano abbiamo costruito gli strumenti che utilizziamo per tessere e si sono messi di buona lena. È un modo per loro anche per staccare dalle lezioni teoriche e per trovare momenti di concentrazione non necessariamente legati alle esigenze dello studio. E poi la gestione della manualità è importante e si può riflettere sulla concentrazione che devono avere in officina e sul posto di lavoro. Allenare la mente facendo ha risvolti di cui non sempre si tiene conto. Tutto ciò coesiste con le altre attività del programma e della formazione professionale.
«Sto pensando di coinvolgere in queste attività anche i docenti e il personale del Cr.Forma — prosegue Paola Brugnoli —. Dedicarsi al cucito e fare la maglia, concentrarsi su piccole attività manuali di precisione e da fare insieme può aiutare a distendere le tensioni. Questo vale per i ragazzi, ma credo valga anche per noi adulti, abbiamo bisogno di momenti di decompressione e queste occasioni di lavoro manuale lo possono essere, se vissute con leggerezza e insieme. Intanto abbiamo iniziato dai nostri studenti che hanno accolto la cosa con curiosità e disponibilità. Anche questo è un bel segnale. I ragazzi quando vengono coinvolti e si spiega loro per ché si decide di fare una cosa o di proporre un’esperienza non si tirano indietro».
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