L'ANALISI
01 Febbraio 2024 - 05:00
CREMONA - Sono 187 le case popolari (in parte di proprietà dei Comuni e in parte di Aler) che saranno assegnate a breve: il bando, unico, è in uscita. E sarà una importante risposta all’esigenza abitativa, che è cambiata a causa della crisi economica sempre più pungente. A fare una ricognizione sugli immobili esistenti, e soprattutto su quanti sono già a disposizione o lo saranno fra non molto, è il Piano offerta abitativa presentato dall’Azienda sociale cremonese. Approvato a dicembre dall’assemblea dei sindaci dei 48 Comuni del distretto, parla anche di tutte le misure compensative messe in atto a livello locale per andare incontro al crescente numero di persone che hanno la necessità di trovare casa.
«L’offerta abitativa del distretto comprende 4.000 case - spiega il presidente di Azienda sociale cremonese, Giuseppe Tadioli -, per la precisione 1.500 alloggi di proprietà dei Comuni e 2.500 dell’Aler. Fra questi ultimi ci sono anche alloggi comunali dati in gestione all’Aler. Partendo da questo numero abbiamo effettuato una ricognizione per stabilire gli alloggi già liberi, quelli da ristrutturare, quelli in carenza manutentiva ma comunque assegnabili. Il numero che esce è consistente, ma anche la domanda abitativa nel territorio cremonese è aumentata». Come viene ben spiegato nella relazione tale mutamento è «l’esito dei profondi cambiamenti del sistema produttivo, delle trasformazioni demografiche e delle strutture familiari».
Non solo questioni economiche, dunque: sono di fatto aumentate le famiglie composte da una sola persona, con problemi fisici, psichici, con disabilità certificata o destinatari di programmi assistenziali; sono aumentati, anche in considerazione dell’invecchiamento della popolazione, i casi di persone anziane che devono affrontare il problema dell’incidenza dei canoni di locazione, il problema di adeguatezza dello spazio rispetto alle esigenze fisiche o del rischio di isolamento sociale. A questo si aggiunge la gestione del fenomeno migratorio.
«Insomma, se prima parlavamo di emergenza abitativa, ora si parla di povertà abitativa - sottolinea Tadioli -. Anche la famiglie appena sopra la soglia di accesso ai bandi hanno in realtà difficoltà abitative. Ed è qui che entrano in gioco le misure compensative». Sulla relazione leggiamo infatti che «di fronte alla crescita di queste forme di povertà abitativa ed all’impossibilità di trattarle attraverso le politiche abitative ordinarie, i servizi sociali dell’ambito cremonese hanno provato ad organizzarsi per affrontare almeno a quelle situazioni in cui sono presenti soggetti fragili e per i quali insiste, per legge, l’obbligo di presa in carico». Regione Lombardia ha stanziato fondi ad esempio per contributo di solidarietà, fondo morosità incolpevole, zero canone per gli over 70, misura unica per l’affitto.
«C’è insomma l’esigenza di integrare le iniziative di contrasto alla povertà - conclude Tadioli -, un grande lavoro che ci vede impegnati insieme ai Comuni e che ci porterà anche a confrontarci con la stessa Aler: intendiamo fissare un incontro a stretto giro». E nel frattempo sul Piano offerta abitativa si parla anche dei lavori che saranno completati nei primi mesi di quest’anno in città. A partire da quelli per il miglioramento dell’efficienza energetica delle palazzine del quartiere San Felice di via Allende e via Caudana, che permetteranno di rendere disponibili 10 alloggi, dopo vari rinvii.
CREMA - La città e il Cremasco hanno fame di case popolari. Nei 48 comuni del distretto cremasco, anche nel 2023, si è registrata un’estrema carenza di alloggi da affittare a famiglie a basso reddito: a fronte di oltre 300 richieste, che puntualmente ad ogni bando vengono presentate, negli scorsi dodici mesi è stato possibile assegnarne 35 in totale, 20 di proprietà dell’Aler e il resto in capo ai Comuni. Sei di questi sono in città. Qualcosa in più è prevista per quest’anno, con 42 appartamenti che dovrebbero essere messi a disposizione: dieci dell’Aler, 14 in città e gli altri nei paesi, con i Comuni di Trescore e Rivolta che ne affitteranno rispettivamente sei e otto.
La sfida dei 48 enti locali del distretto, per il 2024, consiste nel coordinare al meglio il sistema territoriale, per gli alloggi, cercando nel contempo di ottimizzare risorse e disponibilità per accelerare i tempi di riqualificazione delle abitazioni, che vanno di pari passo con il reperimento delle risorse economiche necessarie attraverso la partecipazione a bandi. Per questo motivo è nata la nuova Agenzia dell’abitare. A coordinare il lavoro sarà il comune capofila, ovvero Crema, in particolare l’assessorato al Welfare guidato da Anastasie Musumary.
In città, l’amministrazione sta cercando di fare la sua parte per incrementare il numero degli alloggi da destinare agli aventi diritto. Per il 2024 l’ente di piazza Duomo ha messo a budget oltre un milione di euro per riqualificare 14 dei 43 appartamenti ad affitto calmierato oggi sfitti. Nel frattempo ha preso corpo anche un altro progetto. Si tratta di Housing First, annunciato nelle scorse settimane dall’assessore Musumary. Punta alla ricerca di alloggi supplementari, per far fronte alla cronica emergenza nel settore dell’edilizia popolare. Il Comune, in quanto capofila dell’Ambito territoriale cremasco, ha chiamato a raccolta gli enti del terzo settore: hanno aderito Fondazione Benefattori Cremaschi e Fondazione Madeo, il braccio operativo della Caritas. Questi ultimi hanno presentato la propria candidatura per mettere a disposizione posti letto, o per farsi carico degli interventi di «accompagnamento e supporto» ai beneficiari. In modo da favorirne il reinserimento, anche dal punto di vista sociale e lavorativo.
Per seguire le candidature e le successive procedure è stata nominata una commissione, composta da Francesca Moruzzi, da un paio di mesi nominata dirigente in via definitiva dei Servizi sociali ed educativi. Quindi l’ex assessore alla Cultura Paola Vailati, coordinatrice dell’Ufficio di piano e funzionaria della Comunità Sociale cremasca. Completa la commissione Tiziana Miccoli, anch’essa nello staff in Csc. I fondi per gestire il progetto ammontano a 710mila euro e provengono dal Pnrr. A sollecitare interventi di riqualificazione dell’esistente, in particolare nei confronti di Aler, è il Comitato cremasco degli inquilini delle case popolari: «Ci battiamo per ottenere quello che è giusto per centinaia di inquilini: non pretendiamo la luna, solo una sistemazione che garantisca dignità» sottolineano gli esponenti.
Sono circa 550 le case di proprietà dell’Aler fra città e Cremasco. Da anni i componenti del comitato denunciano le mancate manutenzioni e i lavori in costante ritardo. Nelle scorse settimane, su questi argomenti il comitato ha incontrato i due consiglieri regionali cremaschi, il leghista Riccardo Vitari e Matteo Piloni del Pd. Ad entrambi è stato chiesto di intervenire per fare in modo che Aler metta a disposizione le risorse necessarie per i complessi di case popolari di cui è proprietaria a Crema e nel resto del territorio.
CASALMAGGIORE - Il patrimonio immobiliare pubblico dell’Ambito Oglio Po – formato da 27 Comuni (17 cremonesi e 10 mantovani) è composto da 1.230 unità abitative. In particolare, 556 appartengono ai Comuni (83 solo a Casalmaggiore) e 674 dell’Aler. Gli abitanti, in totale, nel 2023 erano 81.693, articolati nei 235.398 del sub ambito di Casalmaggiore e nei 46.295 del sub ambito di Viadana. Gli abitanti nel 2022 erano 81.941. L’assemblea dei sindaci dell’Ambito Oglio Po ha il suo presidente nel sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni. Il vicepresidente è Nicola Cavatorta, sindaco di Viadana.
Con il nuovo ‘Piano dell’offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali’ si aprono prospettive innovative e sfide cruciali per il futuro dell’abitare sociale nella zona. Per il futuro, infatti, il piano propone l’adozione di modelli innovativi come il co-housing e l’Agenzia per l’abitare, che promuovono nuove forme di assistenza e socialità urbana, in grado di far dialogare pubblico e privato. Questi modelli, già ipotizzati nel 2022, si stanno avvicinando alla realizzazione, rappresentando un importante passo avanti verso un approccio più inclusivo e sostenibile al problema dell’abitare, tenendo conto che l’emergenza abitativa è chiaramente legata al disagio sociale. In programma c’è la presentazione all’assemblea dei sindaci dell’ambito Oglio Po di una proposta
di attivazione dell’Agenzia dell’abitare, accompagnata da uno studio di fattibilità economico-gestionale. Per il 2024 sono a disposizione in tutto 62 alloggi. Il piano prevede l’aggiornamento del patrimonio abitativo pubblico e sociale, con un occhio di riguardo alle unità immobiliari che necessitano di manutenzione o che sono disponibili per nuove costruzioni, ristrutturazioni, recuperi e riqualificazioni. Queste azioni sono cruciali per migliorare la qualità degli alloggi offerti e per rispondere in modo più efficace alle esigenze della popolazione.
Lo scorso anno erano stati messi a disposizione per l’intero ambito complessivamente 45 alloggi: in particolare 29 di proprietà comunale e 6 di proprietà Aler, immediatamente assegnabili; 4 di proprietà comunale e di proprietà Aler non immediatamente assegnabili. Le domande presentate nell’intero ambito sono state 217, di cui 52 appartenenti alla categoria indigenti. I nuclei familiari con Isee minore o uguale a tremila euro rappresentano in media il 23,96% delle domande presentate.
Alla data del 22 novembre 2023 erano state assegnate 14 unità immobiliari. I dati ricavati dalla piattaforma regionale evidenziano la particolare complessità e gravosità delle procedure dettate dal regolamento regionale, per arrivare all’assegnazione di un alloggio, in particolare per i Comuni meno strutturati rispetto all’Aler.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris