L'ANALISI
31 Gennaio 2024 - 19:13
CREMONA - Scricchiola ‘l’operazione decoro’ lanciata solo pochi mesi fa per restituire lustro a palazzo Affaitati. Sei coni stradali coprono i piccoli crateri che si sono venuti a creare con il cedimento di alcuni dei dissuasori recentemente installati di fronte alla cinquecentesca facciata del palazzo che ospita Pinacoteca, Musei civici, Museo di storia naturale e Biblioteca statale.
Ad agosto l’annuncio dei lavori, con un cartello affisso negli spazi comuni del frequentato punto di ritrovo, con l’avviso che le rastrelliere per le biciclette sarebbero state spostate nella vicina piazza Coppetti. Un annuncio che non aveva mancato di suscitare polemiche con tanto di cartelli di protesta. Poi, alcuni mesi dopo, la messa in opera e diversamente da quanto inizialmente comunicato, i portabiciclette sono stati spostati a poche decine di metri di distanza dall’ingresso di Palazzo Affaitati, verso l’inizio di via Ugolani Dati, al posto di due parcheggi. Altri sono stati ricavati nell’area giovani della piazzetta. E per impedire la sosta di auto e motorini di fronte alla facciata è stata posata un’infilata di eleganti paletti.
Nemmeno il tempo di abituarsi al nuovo scenario che alcuni paletti venivano ritrovati a terra, e successivamente appoggiati alla facciata o abbandonati per alcuni giorni sul marciapiede. Al loro posto si aprono tre grosse buche nel pavé, messe poi in sicurezza con la collocazione dei coni stradali. «Abbiamo già avuto modo di ricostruire la dinamica dell’evento – commenta l’assessore Luca Burgazzi – si è trattato di un incidente durante la manovra di una macchina. Abbiamo già provveduto a comprare i nuovi dissuasori, più resistenti e ora aspettiamo i tempi tecnici dei lavori per ricollocarli».
Sul lato opposto della strada invece, dove sono state collocate alcune rastrelliere per gli utenti della biblioteca, dopo l’orario di chiusura della stessa non è raro trovare una o due automobili posteggiate la dove dovrebbero stare le biciclette, nonostante il grande cartello che indica il parcheggio dei cicli. «Comportamenti come questi — commenta Burgazzi — purtroppo rientrano nel malcostume ancora diffuso, peraltro lo stesso problema si presentava quando le rastrelliere erano collocate sull’altro lato della strada. Durante i lavori non sono state cancellate le linee blu per terra e capisco questo possa dare adito a fraintendimenti ma vale in questo senso la segnaletica verticale che indica il divieto di sosta». Insomma se l’intento dei lavori era quello di recuperare la monumentalità del palazzo e di tutta la strada, tra qualche magagna e la scarsa sensibilità che sembra essere diffusa sul tema, si può dire che l’operazione decoro non sia partita certo sotto una buona stella.
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