L'ANALISI
01 Febbraio 2024 - 05:15
Un deambulatore in foto d'archivio
CREMONA - «L’inclusione? Purtroppo penso che la maggior parte degli imprenditori non sappia neppure che cosa significhi». L’ennesima denuncia di discriminazione sul posto di lavoro arriva da un 49enne cremonese: quando pochi giorni fa ha letto su queste colonne il racconto della 56enne respinta al colloquio perché invalida, si è ritrovato appieno nelle considerazioni. Ma soprattutto nell’amarezza provata dalla donna. «La stessa che ho testato sulla mia pelle nel dicembre scorso - spiega l’uomo -, quando non mi è stato rinnovato il contratto senza motivo».
Anche lui pensa che la motivazione sia da ricercare nel suo stato di invalidità: «Sono affetto da una rara malattia degenerativa che colpisce i tessuti connettivi, ora mi muovo con un deambulatore - racconta il 49enne -. La mia condizione porta ad una invalidità al 100%. Fino a maggio lavoravo presso una cooperativa bresciana, proprio nell’ambito dell’inserimento professionale di invalidi e disabili. Quindi di fatto ero dall’altra parte della barricata: cercavo di convincere gli imprenditori, di spiegare loro che oltre all’opportunità economico-fiscale, c’è un discorso etico. Già lì mi ero reso conto delle grandi difficoltà. Poi, con il peggioramento delle mie condizioni di salute, ho deciso di avvicinarmi a casa». Ha quindi trovato un lavoro a Cremona e, riferisce, tutto gli sembra essere andato per il meglio. Fino alla doccia fredda di qualche settimana fa: «Nessun richiamo, nessuna grossa osservazione - continua il cremonese -. Eppure l’azienda ha comunicato l’esigenza di non rinnovare il contratto. Solo una ventina di giorni di preavviso. E così adesso sono senza lavoro».
Il cremonese spiega di essere piombato in un baratro dal quale non sa come uscire. «Comprendo la frustrazione della donna di cui ho letto. Comprendo la paura di non riuscire a trovare una via di uscita. Io ho richiesto la disoccupazione, ma questo comporta la sospensione dell’assegno di ridotta capacità lavorativa per invalidità, che è comunque attorno ai 400 euro». Il 49enne, che ha un figlio, ha di conseguenza dovuto sospendere il mutuo che sta sostenendo per l’abitazione e si ritrova in una situazione di indigenza. «L’Ufficio di collocamento mirato di Cremona ha cercato e sta cercando di aiutarmi, ma trovare un’altra occupazione è tutt’altro che semplice».
«Purtroppo, proprio come ha raccontato la 56enne - continua il cremonese -, da parte dei datori di lavoro c’è una grande diffidenza. In più, se accedi alla legge 104, ti senti emarginato e ulteriormente tagliato fuori perché le assenze aggiuntive non sono viste di buon grado dal datore di lavoro. Se hai problemi di salute dai fastidio, c’è poco altro da dire: sei considerato un peso. Una persona da sostituire al più presto. Salvo il fatto che, quando servi per sfruttare le agevolazioni fiscali, certi imprenditori ti trattano come numero: ti fanno promesse e poi invece procedono con nuove assunzioni ogni sei mesi. Un ‘giochino’ che purtroppo viene fatto sulla nostra pelle. La pelle di chi già ha gravi, permanenti e seri problemi di salute». E non sa come arrivare a fine mese perché gli viene negata anche la dignità di poter lavorare in base alle proprie possibilità.
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