L'ANALISI
01 Febbraio 2024 - 05:05
CREMA - Stop agli sprechi, ai prelievi selvaggi di chi riempie taniche da decine di litri, all’uso improprio di chi addirittura si lava come se fossero nel bagno di casa. Le quattro case dell’acqua della città, allestite in centro in largo Falcone e Borsellino e nei quartieri di Santa Maria (via Bramante), Ombriano (via Toffetti) e San Bernardino (via XI Febbraio), si potranno utilizzare solo con il Qr code. Insomma, il prelievo sarà contingentato, non più di otto litri d’acqua al giorno per famiglia. E riservato ai soli residenti a Crema.
Lo hanno stabilito, tramite una nuova convenzione, il Comune e Padania acque, la società che gestisce gli impianti idrici provinciali e dunque anche le fonti pubbliche. La data limite per la piena operativa del nuovo sistema di prelievo tramite lettore è l’anno prossimo ma, come sottolinea l’amministratore delegato di Padania Alessandro Lanfranchi, «probabilmente riusciremo a partire prima della conclusione di quest’anno. Prevediamo l’ammodernamento tecnologico con importanti novità in materia di prelievo dell’acqua. Come abbiamo già fatto in diversi comuni del territorio, tramite la bolletta dell’acqua ogni famiglia riceverà un Qr code cartaceo, oppure potrà scaricarlo direttamente sullo smartphone, grazie alla nostra applicazione».
Questo codice servirà per attivare il prelievo e poter così continuare ad utilizzare la casetta per approvvigionarsi di acqua naturale o gassata refrigerata e microfiltrata. «Si tratta di un’innovazione che funziona già con ottimi riscontri in diversi paesi del territorio cremasco — prosegue Lanfranchi —: ci ha permesso di tenere sotto controllo gli sprechi e gli usi impropri delle fonti pubbliche». L’anno scorso sono stati oltre 1,6 milioni i litri prelevati dalle quattro case, in aumento rispetto agli 1,57 del 2022. Sino ad oggi il prelievo è sempre stato libero.
«In linea con il mandato ricevuto dall’assemblea dei soci – sottolinea il presidente di Padania Cristian Chizzoli — abbiamo avviato ormai da tempo un piano intensivo e capillare di installazione di impianti pubblici per favorire l’accesso alla buona e sicura acqua di rete. Negli anni abbiamo potuto constatare l’ampio utilizzo delle case dell’acqua, ma spesso anche il loro non corretto uso che ha reso necessaria, come richiesto dai sindaci, l’introduzione di un processo di monitoraggio e limitazione di approvvigionamento. Per questo motivo, negli ultimi mesi, abbiamo iniziato l’adeguamento tecnologico delle fonti per il prelievo gratuito di acqua potabile tramite Qr Code, un sistema moderno ed efficace di cui, ad oggi, stiamo ricevendo riscontri positivi, sebbene sarà possibile effettuare un’analisi puntuale ed esaustiva soltanto alla fine del 2024, quando disporremo dei dati completi».
Nel nuovo protocollo il Comune concede in comodato d’uso gratuito di vent’anni delle aree sulle quali insistono gli impianti di erogazione, che rimangono di proprietà della società. A Padania spetta la custodia, la manutenzione ordinaria e straordinaria e le spese di impiego; mentre sono a carico del Comune i costi elettrici e i consumi d’acqua. Il nuovo protocollo in pratica recepisce la rinuncia da parte della società a percepire somme per la gestione e la manutenzione e formalizza la scelta tecnologica per introdurre il limite pro capite all’utenza, ammodernamento da attivarsi entro il 2025.
«Finalmente, a distanza di un anno e mezzo da quella che era la nostra proposta per l’ammodernamento tecnologico delle case dell’acqua, qualcosa in Comune si muove». Non le manda a dire Giovanni De Grazia, capogruppo in consiglio comunale per Fratelli d’Italia. «Era il 31 agosto del 2022 — ricorda l’esponente del partito — quando protocollammo una mozione, a seguito delle problematiche emerse fino ad allora, proponendo delle possibili soluzioni, che impegnassero l’amministrazione comunale a riorganizzare e meglio razionalizzare il servizio, in modo da ottenere uno sgravio economico per il cittadino, in relazione ai costi dell’approvvigionamento dell’energia e dei generali, anche in relazione all’emergenza siccità.
Un testo che è stato poi discusso in aula degli Ostaggi». Il consigliere di minoranza punta il dito sulla lentezza della giunta. «Mi chiedo — conclude —: su 111 casette dell’acqua installate in tutta la provincia, di cui circa la metà già attive con prelievo tramite l’utilizzo del Qr code, possibile che Crema sia tra le ultime ad adottare tale sistema? Dove è il ruolo centrale del comune guida? Certo è che se ci vuole così tanto tempo per una piccola miglioria, non oso pensare ai tempi biblici delle grandi opere progettate e che interessano la cittadinanza».
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