L'ANALISI
30 Gennaio 2024 - 17:15
CASTELVETRO - Se anni fa il paese era finito alla ribalta delle cronache per il boom di matrimoni celebrati, ora a balzare all’occhio nell’ambito delle statistiche demografiche elaborate dall’Ufficio anagrafe è invece l’esiguo numero di riti religiosi: nell’arco dell’intero 2023, fra capoluogo e frazioni, ne è stato officiato solo uno. Sono invece stati dieci quelli civili, in municipio. Un calo più marcato rispetto alla media nazionale, dove secondo l’Osservatorio romano viene celebrato in chiesa un matrimonio ogni due.
Ad analizzare il fenomeno è il parroco dell’unità pastorale di Castelvetro, don Massimiliano Camporese: «In linea generale il fattore economico sicuramente incide molto - spiega -. Viviamo in un periodo di grande incertezza, così le coppie ci pensano molto e bene. Prima di sposarsi ma anche prima di mettere al mondo figli. C’è poi, spesso, la volontà di prolungare il periodo quasi adolescenziale: tanti adulti restano in quel mondo anche in età adulta. Perché temono impegni, sacrifici».
Fino a qui le spiegazioni sulla ‘fuga’ dalle nozze. Ma resta il fatto che se a Castelvetro i riti civili restano tutto sommato nella norma (anche se a loro volta calati se li paragoniamo ad esempio ai 14 matrimoni celebrati nell’anno nero del Covid, il 2020) quelli religiosi sono invece in picchiata. Secondo don Camporese c’è una sorta di errato pregiudizio nei confronti del matrimonio in chiesa: «Si associa spesso la cerimonia a maggiori costi, legati alla preparazione della chiesa, alla festa. Ma non è così per forza di cose. Proprio come avviene in municipio, anche il matrimonio religioso può essere celebrato praticamente senza costi e cioè in modo semplice, anche solo alla presenza di sposo, sposa e testimoni. Ci si presenta davanti al Signore, tutto il resto non è obbligatorio». A Castelvetro ci si sposa meno ma, purtroppo, si divorzia di più: la percentuale è del 6,36% calcolata sul totale delle unioni, mentre nel resto del Piacentino si assesta in generale attorno al 5%.
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