L'ANALISI
31 Gennaio 2024 - 05:20
CASALMAGGIORE - Stop al mancato pagamento degli affitti, per una questione di giustizia e di equità. Il Comune ha avviato una serie di azioni legali per lo sfratto di cinque inquilini morosi di immobili di proprietà comunale. La decisione segue un lungo processo di tentativi di risolvere le situazioni di morosità, che si sono però rivelati infruttuosi. Per questo motivo è stato affidato allo studio legale dell'avvocato Mauro Nicoli di Casalmaggiore l'incarico di procedere legalmente contro gli inquilini che non pagano l’affitto. Si parla di anni di insoluti, precedenti anche al periodo della pandemia da Covid, evidenziando che le difficoltà di pagamento non sono legate esclusivamente alle crisi economiche recenti.
La situazione a Casalmaggiore si inserisce in un contesto più ampio, dove la gestione degli alloggi comunali – che qui in tutto sono 83 — è diventata una sfida crescente per molte amministrazioni locali. I canoni di affitto degli immobili comunali variano da un minimo di 20 euro al mese a circa 200 euro circa, una cifra considerata mediamente accessibile, se si pensa al mercato immobiliare privato, ma che non è stata onorata da alcuni inquilini. Ci sono alcuni che pagano regolarmente, senza ritardi, mentre in altri casi – come quelli in questione – ciò non avviene, senza giustificazioni.
Il gruppo di lavoro comunale, attivo da tanti anni su queste tematiche, ha condotto un'analisi approfondita di ogni singolo caso di morosità. In particolare, è stato verificato se ci fossero condizioni, come la perdita del lavoro o problematiche di altro genere, che potessero giustificare la difficoltà nel pagamento degli affitti. In questi casi, se verificati, l’aiuto non viene negato. Tuttavia, le situazioni valutate in questi cinque casi non hanno fornito giustificazioni sufficienti per l’indebitamento verso la proprietà comunale.
Il Comune ha sempre cercato di adottare un approccio graduale e costruttivo nei confronti degli inquilini morosi, proponendo piani di rientro per il tramite dei servizi sociali – primo settore interessato al tema – e monitorando costantemente la situazione. Nonostante questi sforzi, alcuni casi non hanno visto miglioramenti, portando così alla decisione dello sfratto. La decisione di procedere con l'azione legale è stata presa dopo attente valutazioni e nel rispetto delle normative vigenti. Tenendo anche presente che l’ente pubblico ha il dovere di fare di tutto per recuperare il dovuto, anche per non incorrere in eventuali contestazioni da parte della Corte dei Conti.
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