L'ANALISI
27 Gennaio 2024 - 19:42
Davide Persico, Sara Bottazzi, Angelo Angiolini
CASALMAGGIORE - L’aria al suolo è aumentata in media di 1°C ma, soprattutto, l’acqua del Po di 4°C. L’Oglio Po insomma è diventato più caldo; o meglio si sta tropicalizzando. E le conseguenze di queste temperature più alte causeranno danni irreversibili sull’ambiente, sulla salute e sulla biodiversità del Po, delle sue golene e nell’entroterra, a meno che non ci sia un deciso cambio di rotta. Questo è lo scenario dell’incontro ‘Il cambiamento climatico in Pianura Padana’, promosso dall’associazione culturale Inventio e tenutosi nell’auditorium Giovanni Paolo II dell’oratorio Maffei di Casalmaggiore venerdì sera.
Relatori dell’incontro Davide Persico, professore di Paleobiologia e Cambiamenti climatici all’Università di Parma e sindaco di San Daniele Po, e Sara Bottazzi, dottoressa in Scienze e tecnologie per l’ambiente e le risorse dell’ateneo parmigiano; a moderare gli interventi Angelo Angiolini. A partire dalle rispettive ricerche dei due autori – una pubblicazione per il volume Terramara e la tesi di laurea –, i due esperti hanno offerto al pubblico una panoramica precisa, dettagliata e analitica sulle future trasformazioni del clima e le conseguenze per il Grande Fiume e il territorio, dopo aver raccolto e analizzato i dati degli ultimi 30 anni.
«Il cambiamento climatico riguarda anche il nostro territorio, questi studi lo dimostrano chiaramente». I modelli strumentali e matematici usati da Bottazzi, infatti, confermano il senso comune: l’acqua del fiume e l’aria sono più torridi. Gli effetti più rilevanti saranno lanche secche per mancate e ripetute inondazioni primaverili, fine delle migrazioni di uccelli, perdita irrimediabile della biodiversità di flora e fauna.
«I cambiamenti naturali fanno parte del ciclo evolutivo del pianeta, il problema è che sono diventati troppo rapidi; e questo è dovuto all’azione dell’uomo», ha precisato Persico. Gli interventi concreti sull’Oglio Po riguardo al clima devono essere all’insegna del criterio e della sostenibilità: secondo Persico «la riduzione di pratiche agricole e allevamento intensive», oltre al minor utilizzo di combustibili fossili. Tuttavia «devono essere interventi corali, perché il gesto del singolo ormai non basta più».
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