L'ANALISI
VERSO IL GIORNO DELLA MEMORIA
25 Gennaio 2024 - 08:26
Alessandra Sonia Romano suona il Violino della Shoah
CREMONA - L’antisemitismo, l’odio e l’intolleranza non sono finiti con la distruzione dei campi di concentramento e la liberazione dei sopravvissuti. L’antisemitismo, l’odio e l’intolleranza continuano e hanno ripreso forza, in forme striscianti o violente, dopo la risposta di Israele al 7 ottobre e al massacro di ebrei da parte di Hamas. Questo il messaggio uscito dall’incontro, ieri in municipio, Il Violino della Shoah, che ha inaugurato il ricco calendario di celebrazioni in città e provincia, del Giorno della memoria e delle vittime dell’Olocausto.
Il Salone dei Quadri era gremito per la commemorazione proposta, con il patrocinio del Comune, dal Rotary Cremona. È stato il suo presidente, Claudio Bodini, ad aprire la serie di interventi sottolineando che «quella di oggi non è solo una ricorrenza storica». Non lo è «perché le nuvole nere dell’antisemitismo stanno tornando». Ma c’è un antidoto al virus: «Ognuno di noi può creare speranza nel mondo». Anche il sindaco Gianluca Galimberti ha richiamato a «un senso profondo di responsabilità nella lotta che c’è dentro di noi tra il bene e il male, tra considerare l’altro come nulla o nella sua originalità». Per il prefetto, Corrado Conforto Galli, «fare memoria significa ricostruire la storia e contrastare ogni deriva negazionista». Secondo Luigi Maione, governatore del Distretto 2050 Rotary, «la banalità del male è onnipresente e va affrontata con la tenerezza dei nostri cuori».
Il Giorno della memoria 2024 è diverso dal Giorno della memoria 2023 e dagli altri che lo hanno preceduto. È la convinzione espressa, con l’amarezza dei ripetuti riferimenti all’attualità , dall’ospite d’onore della serata, Noemi Di Segni, presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane. «Quello che è successo il 7 ottobre non è Shoah, è un giorno che non ha ancora avuto notte. Non si dorme dopo quel giorno. L’obiettivo di distruggere Israele e tutti gli ebrei esiste ed è annunciato. Questo non ha a che fare con il nazismo, ma con il fondamentalismo islamico. Sento dire che sono Israele e gli ebrei i nazisti, ma ciò significa non capire quello che è accaduto durante la Shoah». Allo stesso tempo, però, «ci sono un’infinità di persone lucide, anche di fede musulmana, che non vogliono vedere le città invase da cortei con la le bandiere di Hamas».
Poi, per così dire, la parola è passata al protagonista della commemorazione, Il Violino della Shoah, salvato dall’ingegner Carlo Alberto Carutti e affidato ad Alessandra Sonia Romano. La violinista di fama internazionale, di casa a Cremona, gli ha dato voce di nuovo, in duo con il fisarmonicista Nadio Marenco e inframmezzata dai brani letti da Elda Olivieri. «Suono in un un modo diverso quando ho tra le mani questo strumento», ha detto la musicista milanese. L’incontro si è chiuso con un altro momento commovente: la consegna da parte del prefetto delle medaglie d’oro (ritirate dal nipote e dalla nipote, Alessandro ed Elisa) in ricordo di Mario Gansi e Giovanni Battista Nigroni, entrambi militari, deportati e internati nei lager nazisti dopo l’8 settembre 1943.
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