Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

TORRE DE' PICENARDI

Il vescovo alla casa dell'accoglienza di Emmaus

Visita di Napolioni per il trentennale dell'associazione

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

23 Gennaio 2024 - 17:27

Il vescovo alla casa dell'accoglienza di Emmaus

TORRE DE’ PICENARDI - Il vescovo Antonio Napolioni questa mattina ha visitato la Comunità Emmaus di Canove de’ Biazzi. Una visita programmata nell’ambito delle iniziative organizzate per i trent’anni di fondazione dell’associazione ‘Amici di Emmaus’. Ad accoglierlo poco dopo le 11 il presidente Massimo Bondioli, con gli altri volontari, il parroco di Torre don Claudio Rossi, il parroco di Piadena, Vho e Drizzona don Antonio Pezzetti, i comunitari, il sindaco di Torre Mario Bazzani (volontario Emmaus) con il vice Franco Potabili Bertani, i responsabili della Comunità Alida Canova e Bruno Sereni. Presenti anche i carabinieri della stazione torrigiana.

Dopo i saluti e le strette di mano, ci si è trasferiti all’interno della casa per un momento di dialogo. Bondioli ha spiegato la storia e le attività di Emmaus, rispondendo anche alle tante domande del presule, apparso molto interessato dalle attività dell’associazione. «Ricorrono tre anniversari importanti – ha ricordato il presidente —. Il trentesimo della nostra associazione, visto che ci siamo costituiti il 20 gennaio 1994. Ieri (lunedì per chi legge, nda) era il 17esimo anno dalla scomparsa dell’Abbé Pierre, evento che ricordiamo sempre perché ci ricorda il suo insegnamento e ci sprona ad andare avanti. E poi c’è anche un altro evento, che ricorre il primo febbraio, il 70esimo della ‘Insurrezione della bontà’ avvenuta in Francia». Quando cioè la popolazione francese rispose in modo incredibile e solidale all’appello lanciato dall’Abbé Pierre a Radio Lussemburgo dopo la morte per assideramento di una donna che vagava senza tetto a Parigi.

Bondioli ha sottolineato che la Comunità «si mantiene attraverso il lavoro di raccolta di materiale e oggetti usati che la gente ci dona e attraverso i nostri mercatini solidali. Non chiediamo contributi pubblici e privati, ci manteniamo con il lavoro. Chi è qui non è un assistito: sono persone che si guadagnano il pane che mangiano ed è motivo di orgoglio e di libertà».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400