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Cena solidale per il pozzo in Africa

In tanti all’oratorio di Gallignano per raccogliere fondi e sbloccare il progetto: il villaggio africano avrà accesso per la prima volta all’acqua corrente pulita e sicura

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

23 Gennaio 2024 - 09:50

Cena solidale per il pozzo in Africa

SONCINO - Oltre ottanta persone si sono date appuntamento all’oratorio di Gallignano per trasformare un sogno, poi divenuto un progetto concreto, infine in realtà. Grazie ai fondi raccolti tramite le donazioni dei soncinesi che hanno partecipato alla Cena di Sant’Antonio è stato possibile ‘sbloccare’ il carico di materiale tecnologico che era stato acquistato per far funzionare il pozzo del villaggio di Nzila, nella Repubblica Centrafricana che è assistita dalla Fabio Moreni.

«Grazie alla generosità di chi ha scelto di venire alla cena siamo riusciti a coprire le spese finali di trasporto dal porto del Camerun in cui il carico era attraccato con una nave – ha raccontato il presidente della Moreni Davide Pagliarini, fra gli organizzatori della manifestazione solidale di rilevanza internazionale –. Siamo molto soddisfatti del risultato, della risposta dei cittadini e siamo anche riusciti a organizzare un collegamento in diretta con la missione. Ora si procederà alla fase d’installazione e finalmente i pozzo sarà operativo al 100% ma le nostre attività e i progetti continueranno anche in futuro».

Tutto il ricavato, dunque, è stato devoluto al termine dei lavori del ‘Pozzo di Nzila’, un villaggio della Repubblica Centraficana che avrà accesso per la prima volta all’acqua corrente pulita e sicura proprio grazie agli sforzi dell’associazionismo all’ombra della rocca. L’impianto autonomo di pompaggio, acquistato grazie all’indefesso lavoro della Fabio Moreni è infine pronto al posizionamento anche grazie alle traversate continentali del mitico volontario Mario ‘Frank’ Borella. L’ultimo scoglio, quello del ‘trasloco’ da Oceano a entroterra pare essere ormai solo un ricordo.

Gesto semplice? Al contrario. Il semplice passaggio di uno strumento essenziale da uno Stato all’altro, per noi europei, può apparire una banalità. Un qualsiasi autotrasportatore può risolvere il problema nel giro di poche ore. Il contesto teso e complesso dei rapporti fra Paesi africani rende il tutto, invece, una vera e propria sfida contro l’impossibile. Fortunatamente vinta.

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