L'ANALISI
22 Gennaio 2024 - 05:15
La sala multisensoriale allestita nella casa di riposo
VESCOVATO - Un protocollo per affiancare alle terapie farmacologiche tradizionali anche tecniche alternative in grado di dare ottimi risultati nelle patologie tipiche degli anziani. La Fondazione Soldi di Vescovato ha presentato recentemente i risultati delle proprie ricerche a Roma, presso l’Istituto superiore della sanità, e a Firenze, al congresso della Società di geriatria e gerontologia. Lo studio, coordinato dalla direzione sanitaria della Fondazione del dottor Claudio Cartocini, dal coordinatore del servizio socio educativo professor Fabrizio Arrigoni, e dall’educatrice ed aromaterapista dottoressa Angelica Ziletti ha dato ottimi risultati ed ha migliorato la qualità di vita dei residenti che hanno partecipato.
«Le demenze rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria in termini di crescita epidemiologica – spiega Arrigoni – ma anche perché a tutt’oggi non esiste ancora una terapia farmacologica in grado di trattare efficacemente questo tipo di malattie. In questo tipo di patologie, accanto ai sintomi cognitivi, sono spesso presenti disturbi del comportamento che contribuiscono significativamente a rendere complessa la gestione della persona con ricadute negative sul caregiver. Affiancate a quelle farmacologiche tradizionali ci sono però terapie di supporto che danno risultati significativi e sono utili a rallentare il declino cognitivo e funzionale, controllare i disturbi del comportamento e compensare le disabilità causate dalla malattia».
In particolare la ricerca avviata da Fondazione Soldi mira a studiare l’utilizzo dell’aromaterapia all’interno di una stanza multisensoriale e anche nei reparti in pazienti con alzheimer, disturbi comportamentali e con problemi di depressione. «Negli ultimi anni abbiamo attivato una sala multisensoriale con uno schermo che promuove immagini rilassanti, tubi a bolla con varianze di colori, aromaterapia e musica. A seconda dei protocolli, attivante nei casi di depressione e apatia, calmante in quelli di disturbi comportamentali, gli anziani vengono portati in questa stanza un paio di volte alla settimana. Qui possono davvero rilassarsi e i risultati della ricerca sono confortanti».
I soggetti sottoposti a questi stimoli hanno manifestato una significativa riduzione dei comportamenti disturbanti e migliorato gli stati depressivi con la conseguente conclusione che queste terapie sono un valido aiuto nei percorsi di cura tradizionali. «Gli studi su questi nuovi modelli di cura, dette gentle care, sono tanti e davvero stanno dando risultati notevoli. Per l’anno in corso abbiamo in programma anche uno studio sulla cura con oli essenziali delle lesioni e delle piaghe da decubito».
Oltre all’aromaterapia e alla sala multisensoriale, la Fondazione Soldi ha attivato anche un protocollo di pet therapy all’interno di un paio di reparti. Da un paio di anni, infatti, nella Fondazione sono presenti quattro gatti che fanno compagnia agli anziani. «Tutto è partito da un progetto milanese – afferma Fabrizio Arrigoni – che si chiama ‘Nipoti di Babbo Natale’, dove alcuni volontari accolgono richieste da parte delle persone anziane. La richiesta di una nostra residente è stata quella di avere un gatto per farle compagnia e l’associazione si è attivata. Successivamente qualcun altro ha espresso questo desiderio e ad oggi abbiamo quattro mici che girano in reparto, vanno sui letti ed è davvero una cosa molto simpatica». Oltre al fatto che è risaputo che la pet therapy può avere effetti molto positivi su umore e disturbi comportamentali tipici dell’anziano. «Gli animali hanno un ruolo importante, entrano in empatia con i residenti e anche con il personale, danno stimoli e prevengono disturbi depressivi, oltre a creare un clima molto rilassato. C’è un grande interesse che ruota attorno a questo tema, proprio perché si è visto che si raggiungono risultati positivi».
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