L'ANALISI
19 Gennaio 2024 - 16:01
CREMONA - Terrorizzata dal figlio, da tre anni, ogni sera, l’anziana madre si blindava in camera da letto sia per mangiare sia per dormire. Dallo scorso settembre, i litigi sono diventati frequenti. Le offese: «Sei una madre di…., fai schifo…». Le minacce: «Ti ammazzo, ti uccido». Le botte: ceffoni, calci e spintoni. Era già accaduto dieci anni fa che il figlio, oggi 43enne, disoccupato, il vizio dell’alcol e dell’eroina, la colpisse in testa con un posacenere. Quella volta, al Pronto soccorso la mamma non se la sentì di dire la verità. Temendo una reazione violenta del figlio, giustificò la ferita, poi suturata, con una caduta in bagno.
Indagato per maltrattamenti, mercoledì prossimo sarà processato l’uomo finito in carcere l’11 gennaio scorso per aver violato la misura del divieto di avvicinarsi alla madre con l’applicazione del braccialetto elettronico. Si era introdotto nel condominio. Il 43enne era stato arrestato dalla Polizia (è difeso dall’avvocato Raffaella Parisi). «Grave quadro indiziario» annota il gip nell’ordinanza di aggravamento della misura cautelare.
Quattro pagine che raccontano le violenze - psicologiche e fisiche - subite dall’anziana madre caduta in uno stato di prostrazione psicologica, sofferenza e terrore, ha denunciato il figlio che la controllava anche negli spostamenti, nelle frequentazioni con le amiche e le controllava il telefono. La madre ha chiesto ospitalità altrove, non sentendosi più sicura in casa sua. Il capo di imputazione racconta che il 19 dicembre scorso, a seguito dell’ennesima lite, il figlio aveva dato un ceffone (allo zigomo) alla madre così violento da farla cadere all’indietro. L’anziana aveva sbattuto la nuca contro la parete. Trauma cranico e quattro giorni di prognosi.
Dieci giorni dopo, al 43enne è stata applicata la misura di allontanarsi dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi alla madre. Gli è stato messo il braccialetto elettronico, ma il 10 gennaio scorso, l’uomo ha tentato di entrare nell’abitazione dell’anziana madre. Lo ha visto una vicina che aveva avvisato la Polizia, ma quando la Volante è arrivata, lui non c’era più. Il figlio ci ha riprovato il giorno dopo: stavolta, i poliziotti lo hanno sorpreso a 200 metri dall’abitazione. Il gip ha dunque disposto la misura del carcere, ritenuto il comportamento del 43enne «estremamente» preoccupante e rivelatore «della completa assenza di capacità di autocontrollo».
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